Mario Matera Frassese


Mario Matera Frassese, nasce a Frasso Telesino (BN) il 17 aprile 1948, trasferitosi a Torino con la famiglia nel 1963, si laurea in Materie Letterarie e insegna in diverse scuole torinesi.

La difficile esperienza dell’emigrazione lo segna, connotando la sua personalità dalle note malinconiche che emergono dalle sue raccolte di poesie Sognando un’utopia (Torino 1988); Labirinto torinese (Torino 1989). Le sue opere vengono premiate in vari concorsi nazionali (Il Centenario, Torino1988 1° premio assoluto; premio Vittorio G. Rossi, La Spezia, edizioni 1988 e 1989; premio Gino Montefinale, Portovenere 1989 e altri).  Dopo un quarantennio vissuto a Torino, Frassese si trasferisce a Cerignola dove si ferma per circa dieci anni, per poi spostarsi nuovamente in un paesino del Salento dove attualmente vive “rintanato” con moglie e quattro gatti, cercando il dialogo con il mare e il vento sulle scogliere salentine.

rewDopo oltre vent’anni di silenzio, di vita appartata e di lotta con la sua malattia, pubblica nel 2019 con Musicaos Moifà di Terravecchia e nel 2021 sempre con lo stesso editore dà alle stampe la silloge Le Maschere dell’Ombra con una pregevole postfazione di Mauro Ruggiero dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, opera che, per iniziativa di Musicaos, partecipa al Salone del Libro di Torino 2021 nello stand dalla Regione Puglia.

Ha subìto e vissuto il fascino della vecchia Torino vivendone gli angoli più nascosti e assistendo al suo dissolvimento, che,  però, negli anni ‘80 generava una città nuova che diventava il luogo dei molti luoghi dove era di scena una meravigliosa stagione musicale underground, e mutava l’arredo urbano attraverso gli innumerevoli “tatuaggi urbani” che da semplici e violenti graffiti di sfregio o di lotta politica, si trasformano in  murales, inusitati e inusuali capolavori che “affrescano” i muri nascosti e non della metropoli subalpina, narrandone gli aspetti tradizionali e quelli sotterranei, sviluppando il concetto di un “antipotere” sedimentato nella perdita di una identità culturale profondamente industriale. E i vecchi personaggi e luoghi intrecciati in misteriose e, a volte, inquietanti storie legate a credenze occulte, quasi rivivono, prendono forma e colori in nuove rappresentazioni pittoriche che sconvolgono la tradizionale estetica metropolitana. Il complicato “esoterismo culturale torinese” si trasforma in essoterico, anticipa, cioè, nuovi stili musicali e artistici accessibili e godibili da tutta la collettività.

E, in questo “labirinto torinese” il poeta ha incontrato, vissuto, consumato, raccontandoli,  amori teneri e dileggiati, nel continuo affanno di vivere la ritrovata adolescenza ingannatrice di una raggiunta maturità, che ad ogni alba, sulle rive del Po, rivelava la provvisorietà del proprio esistere.

Musicaos Editore

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