La carne l’amore la morte, Daniele Zanghi, Poesia, 40


«La carne l’amore la morte» di Daniele Zanghi
(Musicaos, Poesia, 40)

«La civiltà è la realtà
del fantasma dello stato di natura.
Solo nella società
la paura è la norma.
Vorrei poter camminare per la vita assassina
noncurante come un cervo che bruca
a due passi da un lupo.»

«La carne l’amore la morte» di Daniele Zanghi prende le mosse dal dissidio tra natura e cultura teorizzato dalla Scuola di Francoforte. Per organizzare la natura in sapere l’uomo reprime la propria anima, vedendo i propri istinti negati dal potere che afferma sé stesso. L’organizzazione con cui si sfugge allo stato di natura ci imprigiona in un destino più forte della morte naturale. Mortalità e finitezza connotano l’esistenza divisa tra aspirazione metafisica e dimensione storica. I poteri, quello politico e quello alimentare, quello conoscitivo e quello di genere, si riproducono nelle coscienze e nei rapporti sociali. Il corpo, la sessualità, la metafisica, divengono i temi centrali della consapevolezza che condurrà a maturare uno strumento critico-poetico.

Il poeta non è risparmiato: è malato, freddo e cattivo come gli altri. Negarlo significherebbe ricorrere all’idea di una purezza e di una superiorità assoluta, la sua connivenza con il sistema è il risultato del culto dell’arte per l’arte. La non-autenticità e la malvagità vanno decostruite alla radice, per recuperare un agire libero dall’angoscia.

L’amore non più borghese e privatistico, è un’apertura appassionata alla realtà degli altri, in un mondo dominato dal calcolo dove la poesia deve cercare nella compassione la possibilità di trasformare l’esistente, sfuggendo l’intimismo del rapporto tra due individui e cogliendo la sfida di un amore come conoscenza del reale.

Quel potere che per Foucault «passa attraverso i corpi», porta l’autore a reinventare i due corpi “vittima” del potere sociale: i corpi delle donne e degli animali. L’amore diviene prassi sociale, sfugge a facili riconciliazioni, assume la responsabilità di un cambiamento che si attua anche col vegetarianesimo. Il poeta si impegna a diventare “qualcosa di diverso” dall’uomo modellato dalla società attuale.

La sanità,
amare e lavorare?
Sì, se nell’amore c’è impegno
e nello sforzo piacere.
C’è un luogo in cui mi piace pensare
che la sintesi sia se non realizzata
almeno sperimentata,
un luogo che non è l’isola del tesoro
ma la mappa che almeno la indica –
la poesia.

Questo impegno non si traduce tuttavia in una visione pienamente positiva della storia: non va dimenticato il male subito dagli oppressi nella storia, che non si lascia cancellare da improbabili teleologie, secondo Max Horkheimer: «All’ingiustizia passata non si può più porre rimedio. Non c’è compensazione per le sofferenze patite dalle generazioni trascorse».

Dove si sacrificano animali
si sacrificano anche uomini.
Dove però l’animale
viene abbattuto industrialmente
allora anche l’omicidio
è prassi burocratica.

Al termine della raccolta c’è la sintesi del percorso compiuto. Dal disagio provato da due individui che pure sono attratti l’uno dall’altro e provocato dal contesto lavorativo, si passa ad un recupero della dimensione naturale e della pienezza dei sensi in uno spazio liberato dalla necessità di produrre e performare. Gli individui ritornano organismi naturali, in un atto di unione che riguarda tutta l’umanità e che può trovare nell’elemento naturale non più un nemico com’era agli albori della specie, bensì una possibilità di pace e di riposo.

Daniele Zanghi è nato a Roma nel 1995, dove si è diplomato al liceo francese Chateaubriand nel 2013. Nel 2016 ha conseguito una doppia laurea in filosofia e scienze politiche tra Sorbonne– Paris IV e SciencesPo Paris, mentre nel 2018 ha ottenuto un doppio titolo di laurea italo-tedesco in filosofia tra Sapienza Università di Roma e la Friedrich-Schiller-Universität di Jena. Dal 2021 è dottorando in Studi politici presso Sapienza, dove svolge attività di ricerca sulla critica dell’ideologia nell’attuale Scuola di Francoforte. In poesia ha esordito nel 2019 con la plaquette Lo scarto della retina (Fallone). Nel 2022 ha pubblicato per Nuova Cultura la raccolta Sehnsucht. La sua ricerca filosofica e poetica ha inizialmente preso spunto dall’idealismo e dal romanticismo tedesco dell’Ottocento. Dopo essersi interessato allo schopenhauerismo di sinistra e in particolar modo dell’inf luenza del pensiero di Schopenhauer sulla formazione filosofica di Max Horkheimer (la pubblicazione di una ricerca su questi temi, svolta presso il Centro Schopenhauer dell’Università del Salento, è prevista prossimamente), la sua attenzione si è spostata verso argomenti più marcatamente politici. Attualmente la sua riflessione ruota intorno alla critica del capitalismo in un’ottica che combina la Teoria critica e l’ecologia, tema, quest’ultimo, particolarmente sentito a livello personale, data la scelta etica e di vita del vegetarianesimo.

«La carne l’amore la morte» di Daniele Zanghi
(Musicaos, Poesia, 40)
formato 12,7×20,3 cm, pagine 106, prezzo €15,00, Isbn 9791280202789

Musicaos Editore