19 MAGGIO 2017 – TERNIinPOESIA
Terni – PALAZZO GAZZOLI
“Altissima miseria”,
la raccolta di poesie di Claudia Di Palma
(Musicaos Editore)
vincitrice del premio “Luciana Notari”,
vincitrice della categoria “Opera Prima”.
“Altissima miseria”, la raccolta di poesie edita da Musicaos Editore, con cui l’autrice salentina Claudia Di Palma ha esordito, ha ottenuto il primo premio nella categoria Opera Prima, nella nona edizione del Premio “Luciana Notari”, organizzato a Terni dall’associazione Gutenberg. La premiazione si terrà il 19 maggio prossimo, a Terni, a Palazzo Gazzoli, nell’ambito del Festival “TERNIinPOESIA”. È il secondo riconoscimento, in pochi mesi, per questa raccolta, che ha già ottenuto il Premio Speciale del Presidente della Giuria nel Premio Letterario “Interferenze” di Bologna Lettere premio che, nelle motivazioni, viene assegnato “ad opere che più delle altre hanno evidenziato una particolare connotazione o che sono comunque proiettate verso una specifica autonomia testuale in quanto a intenzioni, uso del linguaggio e ricerca stilistica”.
“Altissima miseria” è la raccolta di esordio di Claudia Di Palma, nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. “Altissima miseria” è stato pubblicato nel dicembre dello scorso anno, ottenendo da subito un buon riscontro da parte dei lettori e della critica. Il volume è introdotto dalla prefazione del poeta e editore (Samuele Editore), Alessandro Canzian.
A proposito dei versi di Claudia Di Palma, hanno scritto, Alessandro Moscè, su Pelagos Letteratura “Delle generazioni già monitorate dalla critica, Mariangela Gualtieri è la poetessa che più potrebbe ricordare Claudia Di Palma (che della Gualtieri ha citato dei versi in esergo al libro), ma si avvertono anche gli echi di Giovanna Sicari, che decifra fatti passati, remoti, liquefatti, espiantati. La domanda sull’eterno rito del non sapere, delle ombre esistenziali, conduce ad un “misero dono”, ad un inizio del quale possiamo solo riconoscere creazione, sostanza, “misera misura”. Il partorire è quasi un’ossessione in questa poesia, tanto che la nascita, paradossalmente, è identificata come un trapasso. Non la morte, ma appunto il dare vita alla vita, quando il buio si fa bagliore e non il contrario. Il mistero, però, è sempre lo stesso.”
Anna Vallerugo, sul blog di Nicola Vacca, Zona di disagio: “Di Palma affronta il suo reale opponendogli quella che pare una resa, un esilio in un non luogo ricercato, di elezione, contrapposto a scenari di sola apparente comunione, i “luoghi del giorno, il bar, la villa comunale” (quest’ultima dove si fa “commercio d’alberi”) e invita il suo interlocutore – non necessariamente il lettore, si scopre leggendo- in un altrove […] Ricorda talora Emerson, questa giovane scrittrice, quando toglie i nomi alle certezze, e le riescono felicissimi accostamenti di parole mai fini a se stessi, a un autocompiacimento che si faccia sterile, ma in densità anzi di immagine e senso: la sua Madre è una “disangolata figura”, la persona che ama sarà oggetto di uno sprone dolce eppur deciso ”
Gianluca Conte, sul blog Linea Carsica: “Un lavoro in equilibrio tra il segno più e il segno meno dell’umanità, tra la materia e l’antimateria, con l’annientamento totale che fa capolino dietro l’angolo e che tuttavia non sembra trionfare su quell’entità piccola, a volte bieca, che è l’essere umano.”
Giulio Maffii su Carteggi Letterari: “Il senso della scrittura della Di Palma è proprio questo , scoperchiare attraverso dissacramenti continui, le consapevolezze flebili del lettore. Il lettore è un lettore-dio a cui l’opera è diretta, non ci ingannino i riferimenti ad un sacro che non c’è. Un lettore terrestre protagonista, suo malgrado, delle belle “invenzioni” piene di altissima miseria umana.” La raccolta è stata ospitata sul blog RaiNews – Poesia, a cura di Luigia Sorrentino.
Fabio Simonelli su Poesia: “È una realtà dove l’ombra si sparge nel mondo cadendo come un frutto maturo, dove la vita è assenza, dove si marcisce di un bellissimo marcire, quella di Claudia Di Palma. L’autrice possiede una scrittura matura e crudele, calcarea, avvolgente. Il suo ultimo lavoro, Altissima miseria (Musicaos Editore), appare immediatamente al lettore come un libro denso e perfetto, che con un andamento sottilmente musicale è in grado di presentare l’horror vacui dell’esistenza nella grazia di un ultimo respiro. Si parla di vita, si parla di morte, si parla delle relazioni a volte non possibili tra esseri umani. Ma si parla anche d’amore, di ironia e di scrittura, tra qualche vecchio affranto di verde e un’intima, meravigliosa, anarchia.”
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