Vendola ha vinto, è palese.


C’è tutto quello che è stato fatto in questi ultimi anni. C’è la sinistra da costruire, ricompattare, decostruire, reinventare. Ci sono le dimissioni di Fitto sul tavolo. C’è l’elettorato della Poli Bortone che ha superato l’8%. Ci sono le schede elettorali, per fare un nome come un altro, dove i voti erano a Vendola per la regione e poi a qualche altro candidato del PDL nella lista di appartenenza, indice del fatto che a destra alcuni giochi hanno deluso. La speranza che coltivo come elettore è che le persone che ci governeranno continuino a pensare seriamente a chi li ha votati e che non accadano più scandali, che se a destra pesano a sinistra pesano ancora di più. La speranza è che il nostro candidato sappia farsi interprete, ancora una volta, delle esigenze e delle aspirazioni – soprattutto – a una vita migliore in uno dei migliori mondi possibili – la Puglia – con la speranza che il ‘modello Puglia’ diventi un esempio per tutta l’Italia. Il mio è un augurio coltivato nel desiderio che la prossima volta, recandoci alle urne, manderemo a casa il PDL. È difficile ammettere il contrario: il nostro governatore, quando parla, parla alle persone e parla di problematiche reali. Buon lavoro Nichi!

Dante inattuale?


Qui di seguito esprimo un’opinione personale dettata da un unico sentimento, un sentimento forte che cerco di raccogliere in un’unica parola e che posso catalogare soltanto alla voce amore. L’oggetto di questo amore platonico è Dante Alighieri, l’importanza che hanno avuto e che continuano ad avere per me le sue opere si unisce al rammarico per aver letto di questa iniziativa. Vi raccomando di leggere tutto l’articolo in questione, scritto da Aldo Vitale. Che dispiacere! Un dispiacere neanche tanto sottile, soprattutto perché soltanto a chi lo legge Dante può ancora e sempre parlare, soprattutto nelle scuole e non solo, da un passato che è contemporaneo e a un evo che al massimo può definirsi basso, neppure medio. L’immagine è tratta dal Dante dei Fratelli Mattioli, visitate qui il Mirabolante sito. Io penso che in Inghilterra nessuno si sognerebbe di dire che William Shakespeare non andrebbe più insegnato nelle scuole perché il suo linguaggio è antico e non è più recepibile, oppure che “Il mercante di Venezia” offende alcuni religiosi. Chissà, queste cose mi pare possano accadere soltanto in Italia.

I luoghi comuni della letteratura. Troppi editori?


Uno dei luoghi comuni che ci troviamo ad affrontare in un qualunque discorso che tocca la realtà letteraria italiana o, per altri versi, l’industria letterario-culturale italiana è quello dell’eccessivo numero di editori e, conseguentemente, di libri pubblicati. È ovvio che non si può leggere tutto. È altresì ovvio che non si può leggere tutto non solo di ciò che si pubblica, ma nemmeno di ciò che ipoteticamente ci potrebbe piacere in base ai nostri gusti, nel mare sconfinato di ciò che si pubblica. Troppi editori, troppi libri? A volte è una scusa per mettere da parte il nostro criterio di giudizio. Come dire che leggendo il menù di un ristorante diciamo che non c’è nulla di buono perché c’è troppa scelta. So già cosa pensate, che il campo è così vasto e il meglio si mescola così spesso al peggio che scegliere diventa sempre più difficile. Come fare? Basta orientarsi con onestà utilizzando alcuni semplici criteri, sì, quali? Ad esempio, in ordine sparso, la coerenza del catalogo, l’impostazione grafica, gli autori, le tematiche e altro ancora a seconda dei propri gusti. La mia opinione è che bisogna scavare, come con tutte le cose, per trovare il gioiello nascosto, la perla, il diamante nella miniera di parole – per usare una metafora cara a un’amica scrittrice. A che cosa servirebbe altrimenti tutta la nostra presupposta preparazione di lettori, scrittori, acquirenti, recensori, critici, cosiddetti “forti”? A cosa servirebbe se non per scovare ciò che potrebbe ‘restare’ nel mare magnum delle pubblicazioni? Ecco perché ogni tanto scriverò qualche articolo sul tema “i luoghi comuni della letteratura”, per circostanziare opinioni personali con esempi pratici. L’editore di cui scrivo in questo articolo è specializzato in letteratura lusofona, si tratta di “Cavallo di Ferro“. Il romanzo che suggerisco si intitola “Il sussurro della donna balena“, l’autore è Alonso Cueto.

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«Il Sussurro della donna balena» è il rincontro di Veronica e Rebeca, vecchie compagne di scuola, venticinque anni dopo l’interruzione della loro segreta e strana amicizia. Veronica è sempre stata bella e di successo: ha un buon lavoro come giornalista di un importante quotidiano e ha una famiglia. Rebeca, al contrario, obesa ed emarginata da tutti fin da bambina, col tempo è diventata sempre più amara, solitaria e grassa. A distanza di un quarto di secolo, e dopo aver ricevuto una straordinaria eredità che l’ha resa ricchissima, riappare nella vita di Veronica. L’amicizia e i dolori del passato ritornano in modo struggente, ma tra le due si ristabilisce fin da subito l’antica gerarchia tra la brutta adorante e la bella che concede solo il minimo. Quando la persecuzione di Rebeca si trasformerà in una vera a propria ossessione delirante, Veronica cercherà una via di fuga che porterà le due donne a una drammatica, commovente e indimenticabile resa dei conti.

Il sussurro della donna balena, Alonso Cueto, Pagg.240, anno 2008, € 15,00, 14 x 21 cm, ISBN: 9788879070430