a proposito di sosia


esseredue_guidodavicobonino.jpgEliminate il doppio che si nasconde in voi o, quanto meno, cercate di farci amicizia. A proposito di sosia, “Essere due” (Sei romanzi sul Doppio), a cura di Guido Davico Bonino. Il tema del doppio è uno dei temi più interessanti della letteratura, in questo libro sono raccolti sei romanzi che hanno fatto scuola. Nel cruscotto della mia automobile c’è, adesso, “Watt” (Beckett, Einaudi, a cura di Gabriele Frasca), più qualche altro testo di cui parlerò in quest’estate torrida.
Ho eliminato il doppio che è in me, da un blog in rete: Un feto dentro lo stomaco di un uomo. Un uomo indiano con un feto nel suo stomaco. Questo caso è definito come “Feto nel feto” e il feto in questione è il gemello morto dell’uomo, l’uomo è cresciuto mentre il gemello rimasto all’interno del suo stomaco è morto. Il blogger in questione suggerisce di dare un’occhiata al video, tenendo bene a mente che alcune scene in esso contenute sono scioccanti.

Canto Blues alla Deriva. Tutto pronto per Noci.


cbd_s.jpgE’ tutto pronto (copie comprese) per la prima presentazione del “Canto Blues alla Deriva“, giovedì 3 agosto a Noci, presso Atrio Palazzo Lenti di Via Porta Nuova Centro Storico (Noci), ore 21.30.
Vittorino Curci presenterà “Canto Blues alla Deriva“, insieme a Francesco Sasso e Luciano Pagano, con l’augurio, a cavallo di quest’estate (“l’estate più calda del secolo”) di organizzare assieme un reading di tutti gli autori presenti (quanti più sarà possibile) in quel del Salento. Nel frattempo potete acquistare la vostra copia del “Canto Blues alla Deriva” al prezzo popolarissimo di 5€ acquista CANTO BLUES ALLA DERIVA su Ibs acquista CANTO BLUES ALLA DERIVA su Unilibro oppure richiedendola nella vostra libreria di fiducia.
Approfitto di questo mio blog personalissimo per ringraziare ANZITUTTO gli autori (oltre a me e Francesco ci sono Vito Antonio Conte, Irene Leo, Gioia Perrone, Matteo Chiarello, Stefano Donno, Rossano Astremo, Davide D’Elia, Angelo Ciciriello, Tiziano Serra, Paolo Simoncini), un grazie a Mauro Marino che ha creduto nella nostra idea, insieme all’editore e a tutto lo staff della casa editrice, che l’ha appoggiata da subito sotto ogni aspetto organizzativo. “Canto Blues alla Deriva” riporta, in pagina 2, la dicitura “Musicaos.it – uno sguardo su poesia e letteratura”, è il primo testo che dalla rete riusciamo a fare arrivare in libreria, dopo un percorso iniziato nel gennaio 2004 e – per quanto riguarda il “Canto Blues alla Deriva” – un’elaborazione incominciata nel marzo del 2005. La cosa più interessante di questo poema collettivo è costituita dal fatto – sembra un’ovvietà – che si tratta di un’opera scritta a più voci e, soprattutto, scritta per passione e spontaneità nei confronti della poesia. Non avremmo mai immaginato, io e Francesco, che il “Canto Blues alla Deriva” avrebbe preso questa forma. Interessante è stato vedere come si è sviluppata, da zero, l’interazione tra alcuni di noi. Di tutto ciò che sono stati la dinamica e lo sviluppo del testo, potrete trovare materiale interessante, indicazioni, testi, nel prossimo numero di Tabula Rasa; in parallelo alla redazione del “Canto Blues alla Deriva”, infatti, ho scritto alcune note, ho raccolto alcune notizie dal forum, ho chiesto agli autori versi inediti (alcuni hanno già risposto), insomma, ho recuperato in editing e redazione le misure che all’inizio mi aveva lasciato Francesco. Quindi – anticipo – nel prossimo numero di Tabula Rasa, assieme alla seconda selezione di racconti tratta da INCIQUID (cui si aggiungono due inediti di Massimiliano Zambetta e Flavia Piccinni), nella sezione poesia troverà posto un DOSSIER/1 sul “Canto Blues alla Deriva”. Saprete tutto tra qualche giorno.

Vandali


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da “Minima moralia. Meditazioni della vita offesa”, da aforisma 91, “Vandali”, (traduzione di Renato Solmi, Einaudi Tascabili, Saggi, 206, tutti i diritti riservati)

“[…] A volte si ha l’impressione che gli intellettuali riservino, alla loro produzione intellettuale vera e propria, solo e strettamente le ore che restano loro libere dagli impegni, dalle uscite, dagli abboccamenti e dagli svaghi inevitabili. Addirittura repellente, eppure in un certo senso logico, è il fenomeno dell’ulteriore aumento di prestigio di cui beneficia chi è in grado di dover figurare come un personaggio così importante da dover essere presente in ogni occasione. Costui organizza e stilizza la propria vita, con una affezione intenzionalmente mal simulata di fastidio, come un unico acte de présence. La gioia con cui declina un invito facendo presente di averne già accettato un altro segnala il trionfo riportato nella concorrenza. Come in questo caso, le forme del processo produttivo si ripetono universalmente nella vita privata e nei settori di lavoro che, di per se stessi, non sono assoggettati a quelle regole. Tutta la vita deve assumere l’aspetto dell’attività professionale e nascondere accuratamente, con questa somiglianza artificiosa, ciò che non è ancora direttamente finalizzato al guadagno. Ma l’angoscia che si manifesta in questo atteggiamento non è che il riflesso di un’inquietudine e di un disagio molto più profondo. Le innervazioni inconsce, che, al di là dei processi intellettivi coscientii, accordano l’esistenza individuale al ritmo della storia, non possono fare a meno di avvertire la collettivizzazione del mondo che si approssima. Ma dal momento che la società integrale, invece di risolvere positivamente in sé i singoli, li comprime e li salda in una massa docile e amorfa, ogni individuo è preso dal panico di fronte alla prospettiva – sentita come ineluttabile – di essere risucchiato e inghiottito nella totalità. […]”.

Vedrai, vedrai


Vedrai vedrai
Luigi Tenco

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L. Tenco
(1965)

Quando la sera
tu ritorni a casa
non ho neanche voglia di parlare
tu non guardarmi
con quella tenerezza
come fossi un bambino
che rimane deluso
Si lo so
che questa
non è certo la vita
che hai sognato un giorno per noi
Vedrai vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
Vedrai vedrai
che non sei finito sai
non so dirti come e quando
ma vedrai che cambierà
Preferirei sapere che piangi
che mi rimproveri d’averti delusa
e non vederti sempre così dolce
accettare da me
tutto quello che viene
Mi fa disperare
il pensiero di te
e di me che non so darti di più
Vedrai vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
Vedrai vedrai
che non sei finito sai
non so dirti come e quando
ma vedrai che cambierà.

Spermatozone. 2


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Il termine va inteso per quello che è, nei sensi che questa parola fa venire in mente. Le ‘spermatozone’ propriamente dette sono quelle zone del passato, tutto il nostro vissuto – psichico – da dove attingiamo durante il sonno e la veglia, sono le ‘zone’ germinative e spermatiche dalle quali tutto può nascere. Il concetto di ‘spermatozone’ è maschile all’origine, data la coincidenza di corpo e sesso nell’estensore delle spermatozone. Il concetto, tuttavia, può essere utilizzato in significati – anche – universali.

Musicaos.it – Anno 3, Numero 22


Testi Pasquale Iannucci, Marie – Luciano Pagano, Spermatozone – Gianluca Parravicini, Ciò che resta – Marco Montanaro, Gli ultimi giorni di martirio del Signor B. – Maria Zimotti, Punto fermo – Manlio Ranieri, Diciotto – Silla Hicks, Fiore di Stendhal tra i pini di Roma – Vincenzo Miglietta, Boogie – Pentesilea, Short story & Streaming – Irene Leo – Versi e CAPOversi in DISordine sparso. – Enrico Pietrangeli, Un altro giorno, un’altra mosca, per caso… – Matteo Chiarello, Poesie – Alessandro Canzian, Frammenti – Andrea Ferreri, Detonatori – Bianca Madeccia, Della natura del desiderio – Sergio Bottoni, Senzapeso Interventi Luciano Pagano su “L’acciuga della sera i fuochi della tara” di Marina Pizzi, “Allunaggio di un immigrato innamorato” di Mihai Mircea Butcovan – Francesco Sasso – “Lavoro da fare” di Biagio Cepollaro – Elisabetta Liguori – “La forza del legame” di Claudio Piersanti – Stefano Donno – su “Zoo” di Isabella Santacroce, “Free Karma Food” di Wu Ming 5, “Il libro di Egon” di Stefano Zangrando – Irene Leo – Intervista a Piergiorgio Leaci – Approccio critico. Su Fernando Pessoa – Flavia Piccinni – Intervista a Nunzio Festa, autore di “Sempre dipingo e mi dipingo” e recensisce “Come in un film di Almodòvar” di Paolo Pedote – Beatrice Protino interviene su Edvard Munch: “ Ho sentito un urlo attraversare la natura.” – Manlio Ranieri – “Molto forte, incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer.

Spermatozone. 1


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Una sera come tante, in Salento, dieci anni fa, nel millenovecento95. Prendiamo la macchina, io e i miei amici, scorazziamo da un paesino all’altro, come sempre in cerca di un posto dove passare la serata, come sempre in cerca di un’osteria per mangiare e bere qualcosa di buono, soprattutto bere qualcosa di buono. Ci sono tante cose che allora non esistevano ancora, qui in Salento, tante di queste stavano affacciandosi timidamente, di alcune non si parlava nemmeno. A cominciare dagli agriturismi. Il concetto di agriturismo non esisteva, al massimo chi voleva fare una vacanza spendendo meno o uguale di quanto si spendeva in Grecia sceglieva una vacanza in qualche campeggio. Ce n’erano già tanti di campeggi, più o meno organizzati, più o meno vicini al mare, alcuni erano pezzi di terra in campagna, a circa dieci chilometri dal mare, con un recinto, la divisione delle zone per terra, una pila per lavare i vestiti e nient’altro. Mi ricordo di una spiaggia vicino ad un campeggio che era conosciuta per il fatto di essere frequentata da surfisti e nudisti e toplese. Andavamo in quella spiaggia desiderosi di fare qualche incontro interessante, non che ce ne importasse molto di surf, al limite trovavamo qualche ragazza del nord-italia. Ma torniamo agli agriturismi e alle osterie. Non essendosi diffuso ancora un concetto di tipicità dei prodotti salentini, è logico che nemmeno le osterie fossero a conoscenza del potenziale economico del quale avrebbero disposto negli anni seguenti, si andava in un locale, ci si sedeva e si ordinava una caraffa di vino e delle crocchette fritte, al limite con dei formaggi, si poteva andare avanti così anche fino alle due o tre di notte. per intenderci era il periodo in cui si stavano aprendo e affermando i primi pub. I miei amici mi indirizzarono verso una strada naturalmente anticipatrice, perfino nella rivalutazione degli spazi storici e pubblici abbandonati al degrado dalle amministrazioni comunali oltre che delle pisciate sul tufo alle due di notte. Tanto è vero che eravamo soliti passare le serate in Piazza Duomo, a Lecce, sempre sorseggiando del buon vino, prima ancora che mettessero gli oblò interrati dell’illuminazione. La prima parola che mi viene in mente è precorritori. Difatti quella sera finimmo al Mocambo di Sternatia, arrivammo tardi, tuttavia in tempo per bere e ristorarci di tutto il nulla che avevamo dispiegato nel pomeriggio. Il locale non era quello che si può visitare ora, ma la vecchia osteria nel cuore del paese, con il portone di legnaccio scuro, dove facevano capolino gli scrittori, gli scultori, gli artisti e i fotografi che hanno infiammato le già calde strade degli anni ottanta in Salento. Se dovete andarci adesso vi suggerisco di scegliere un giorno infrasettimanale e di presentarvi alle undici quando la cucina sta per chiudere e non c’è quasi nessuno, se siete abbastanza molesti potete cenare e bere un vino che, vi assicuro, lascia la tinta rossa dalla bottiglia al bicchiere alle labbra.
Alla rete clandestina di osterie e alimentari aperti fino alle dieci del sabato sera si aggiungeva la rete dei centri sociali, nomi mitici come Gaba Gaba (Cutrofiano), Macello (Soleto), Ragnatela (Maglie), Baraonda (Supersano), Neural (Corigliano), dove andavamo ad ascoltare concerti dal vivo di gruppi che si facevano mille chilometri in furgoncino per venire a suonare in Puglia e in Salento, ancora di rado accadeva il contrario. Le nostre settimane venivano cadenzate dagli spostamenti in macchina necessari per trovare ‘quel’ posto con ‘quel’ gruppo che doveva esibirsi, persino i trenta chilometri che ci dividevano dal ‘centro’, percorsi in 6 dentro una 126, erano un viaggio. Già il fatto di potersi esibire costituiva un plusvalore, soltanto al termine degli anni ’90 i gruppi, forse costretti ad esibirsi nei pub a causa della chiusura dei centri endemica dei centri sociali, hanno cominciato a capire che forse era arrivato il momento di essere pagati per lo sbattimento sopportato e per l’arte benedetta.
Ma torniamo al centro sociale, forse a Soleto, e ad una serata in particolare, che mi vede agonizzante, a soli vent’anni, su una panca di pietra, nel giardino retrostante il centro. Sono lì che conto i fili d’erba in attesa di riprendermi, la musica assordante che viene dall’interno s’interrompe, è finito il concerto, tutti escono a prendere una boccata d’aria o di fumo, adesso tocca a me, devo riprendermi, devo riprendermi perché siamo venuti qui con la mia macchina e devo essere assolutamente in condizioni di poter guidare quel macinacaffè entro venti minuti.
Certe volte, quando la nostra anima-soma è in bilico, basta un richiamo, un suono, un odore, per produrre una momentanea rinascita. Il suono ci fu. Un suono che veniva da lontano ricordandomi di quando ero bambino, una sonagliera forse, non riuscivo a capire. Davanti al mio sguardo fisso per terra si agitavano una gonna nera e un paio di sandali di donna. Mirabile visione. La ragazza stava cercando di produrre un suono ritmico con un tamburello in mano. Il tamburello. Faccio un passo indietro. L’unico luogo dove potevo aver visto un oggetto del genere era o alla festa di San Rocco a Torre Paduli oppure alla Festa te lu mieru a Carpignano, ambedue occasioni utilissime per annegare i pensieri in un bagno di folla. Era la prima volta che vedevo un tamburello in mano ad una ragazza che non avesse sessant’anni, a dire il vero non lo avevo mai visto in mano ad una donna né ad una donna anziana, però mi ricordo, sempre a Soleto, che una notte avevo assistito ad un rituale di musica e danza del quale non capii nulla al momento e che in seguito si rivelò essere la mitica danza delle spade con niente di meno che Zimba come protagonista. Non capivo nulla, chissà come ci ero capitato, cose che succedevano nel novantacinque, quando la Salento Reinassance non era ancora iniziata. Mi diverte pensarci perché quel periodo coincideva con il periodo tumultuoso di quando avevo venti anni, ero iscritto a fisica e ancora non avevo capito che forse avevo sbagliato indirizzo, anzi, che non avevo nessun indirizzo nella mente, no direction, come cantavano i Bad Religion in una stupenda canzone. Quel periodo era hardcore nel senso più crudo del termine, ad Otranto c’era una folla di turisti come adesso, con la differenza che per vedere i fuochi del quattordici agosto potevi ancora rifugiarti sulla terrazza di fianco al Castello, scavalcando il muro e stando attendi a non cascare nella voragine che si apriva d’un tratto sul pavimento. Non c’è un filo di nostalgia nelle mie parole, mi ricordo quei dieci anni che sono passati come se fosse oggi, ed il ricordo me lo tengo stretto, non ne avevo mai scritto e soltanto al pensiero mi se è stretto un nodo in gola, ma non è detto che sia l’ultima volta. Nota per l’editore: se possibile, data la povertà dei contenuti, allegare fotografia del tramonto che si gode in aprile dalla chiesa bizantina di San Mauro in cima a Gallipoli, o, eventualmente allegare il vento che sferza la Torre di S. Emiliano in un pomeriggio di dicembre, l’ultimo giorno dell’anno del 1999. Buona notte amici, dove siete?

Noci. 3 Agosto 2006. Canto Blues alla Deriva.


locandina_semprenuovaelalba.jpgSempre nuova è l’alba
Libera notte di poesia

Atrio Palazzo Lenti di Via Porta Nuova
Centro Storico (Noci)

organizzazione, Antonio Natile

Tra diciannove giorni esatti, ora più ora meno, presenteremo il “Canto Blues alla Deriva”, con Vittorino Curci e Francesco Sasso, a Noci, nell’ambito della Rassegna “Nocincanta”.

“Narratori Tarantini Oggi” – domenica 23 luglio a Taranto – Masseria La Penna – ore 21.00


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Grazie all’impegno di alcuni ottimi ragazzi e ragazze, non solo scrittori e scrittrici, domenica prossima mi scaverno da Lecce e vado a Taranto, in una masseria stupenda, per una serata che si preannuncia altrettale. Ci saranno Girolamo De Michele, autore di “Tre uomini paradossali” e di “Scirocco”, Cosimo Argentina (di entrambi ci siamo occupati nel quarto numero di Tabula Rasa), Flavia Piccinni, giovane e già promettente scrittrice, oltre che giornalista e critica, Rossano Astremo, autore dei recenti “Vertigine” (raccolta delle sei uscite del periodico) e di “Jack Kerouac. Il violentatore della prosa”, Giuse Alemanno, che ha pubblicato “Terra Nera” (Stampa Alternativa) e Vanni Schiavoni, poeta che con Lietocolle ha all’attivo due pubblicazioni di versi “Di umido e di giorni” e “Salentitudine”. Oltre a loro ci sarò io, che parlerò del sito e magari approfitterò per accennare al mio esordio invernale e Elisabetta Liguori (Il credito dell’imbianchino, Argo), che invece pubblicherà con peQuod il suo secondo romanzo; e non finisce qui, ci sono Maurizio Cotrona (Ho sognato che qualcuno mi amava, Palomar) e Michele Trecca che insieme a Vincenzo Corraro danno vita all’associazione Books Brothers, operante da diversi anni e che oggi è anche un sito. Malgrado non si possa parlare di corrente, oppure di sistema, certo è che negli ultimi cinque anni si è delineata una sorta di koinè regionale atipica, fatta di migranti e migrati, presenti e distanti (sempre per lavoro, sempre per qualcos’altro che non sia l’andare e il viaggio). Sarà un occasione per trovarsi e ritrovarsi, discutere, divertirsi.

Luciano Pagano

Musicaos, Books Brothers e Officine Meridiane saranno ospiti – il prossimo
23 luglio a Taranto (Masseria La Penna), alle 21:00 – della manifestazione
Narratori Tarantini Oggi” organizzata dall’associazione Punto A Capo.

La serata, dedicata in una prima parte alla letteratura tarantina (ospiti Girolamo De Michele, Cosimo Argentina, Stella Magni, Flavia Piccinni, Rossano Astremo, Giuse Alemanno, Vanni Schiavoni), proseguirà allargando lo sguardo ad un fenomeno che vede in prima linea diverse realtà pugliesi contemporanee, la “scrittura sulla rete”. Ospiti: Luciano Pagano ed Elisabetta Liguori di Musicaos (www.musicaos.it) Michele Trecca e Vincenzo Corraro dei Books Brothers (www.booksbrothers.it), Lia D’arcangelo ed Erminia Daeder di Officine Meridiane (http://www.scritturacreativa.ilcannocchiale.it).

Drammatizzazione di brani del romanzo “Scirocco” (Einaudi, 2005) di Girolamo De Michele a cura della compagnia “Il teatro dei limoni“, di Foggia. Letture a cura di Franco Nacca e Marina Lupo.

Ingresso libero senza consumazione obbligatoria.

**** INDICAZIONI: Per raggiungere la Masseria La Penna occorre prendere il ponte di Punta Penna (per Taranto o per Bari, la direzione è indifferente) e uscire per Buffoluto, segnalato da una freccia bianca. Si percorre circa un chilometro, seguendo le indicazioni della masseria La Penna.

** Musicaoshttp://www.musicaos.it – Dal gennaio del 2004 uno sguardo su poesia e letteratura a tutte le latitudini e su ogni livello di comprensione. Musicaos è un sito, con baricentro leccese, dedicato alla scrittura e agli scrittori, con attenzione ad autori esordienti e a quanti vogliano collaborare la redazione dei materiali della rivista.
** Officine Meridianehttp://www.scritturacreativa.ilcannocchiale.it – Comunità tarantina, iscritta alla federazione Bomba Carta, attiva dell’ottobre del 2004. È un laboratorio permanete frequentato da persone che condividono un interesse per la scrittura e la letteratura e condividono la loro passione attraverso il blog e periodici incontri “dal vivo”.
** Books Brothers http://www.bookbrothers.it – Books Brothers è un’associazione di pronto intervento letterario attiva in emergenze tipo: esordienti malmenati e malmessi, outsider alla riscossa, manoscritti orfani, padri eretici e
snaturati, minori abbandonati, frutti contaminati, opere incestuose, capolavori al macero, recensioni in taglio basso, autori al margine del caos. Booksbrothers.it è una arena permanente, in cui confrontarsi con le armi della creatività e della critica.

[photo by Ariz]

Poetry Slam. Sono aperte le iscrizioni, fate presto!


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Dall’11 al 15 luglio Polignano a Mare si popola di autori e musicisti.
Anche quest’anno Manila Benedetto con Antonio Stornaiolo presenterà il Poetry Slam.
Il 14 luglio alle 21 la grande sfida dei poeti si ripete.

Mi piacerebbe avere il bel gruppo dell’anno scorso e spero vivamente
che vorrete essere presenti.

Quindi iscrizioni aperte, entro il 10 luglio aspetto le adesioni (max 14 luglio con giustifica)

Diffondete la voce e portate amici e poeti! C’è posto per tutti!
Per contattarmi, chiedere informazioni o il regolamento, o insultarmi
con soddisfazione, manila@gmail.com

Manila


www.manilabenedetto.it
www.pproserpina.net

ancora l’alba


ancora l’alba.

non cambia, non muta, non si perde
né si agglomera in punti né si stende
come desideri e neanche si riavvolge
la realtà.

[continua qui]

(photo by larsz)