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Quel che mi chiedevo era semplice. Come aveva fatto il sosia a sostituirmi? Dov’è che avevo sbagliato? Forse la mia indole non era fatta per il mondo. Quando raggiunsi la formulazione di questo pensiero mi sentii spacciato. “Ma come, non sono fatto per il mondo?”. Troppa bontà. Arrivare a credere da soli che il mondo sia un marchingegno così perfetto da non richiedere se non la partecipazione esteriore dell’uomo, accessorio tra gli accessori. Sfrego di spray sopra un muro. Il sosia dunque amava comparire negli stessi luoghi che frequentavo, scegliendo bene i suoi orari e facendo in modo che né io né lui ci potessimo incontrare. “Ma come, non sono fatto per il mondo?”. Questa domanda incessante mi martellava il capo. “A circa cinquanta giorni dalla scomparsa del blogger si verificò un fenomeno strano. Sul suo blog, infatti, cominciarono a comparire nuovi post. Chi li scriveva?”. Mi destai nel letto di soprassalto, impossibilitato a voltarmi dal lato destro, con tutti i miei organi che premevano sul fegato, la bocca impastata. Un incubo. Il peggiore degli incubi. La somma del peggio di ogni incubo.
[continua]