1 marzo 2014, Prato – “CODICE IVAN / THE DEATH OF PINK, ME AND THE ROSES” & BIGA / THE RIBIRTHING ACT! (dj set)


is it my world? | sabato 1 marzo 2014 a cura di Kinkaleri | spazioK.prato

Codice Ivan > Pink, Me & The Roses

is it my world?, progetto a cura di Kinkaleri dedicato all’esplorazione delle attuali tendenze performative, prosegue con un unico evento speciale, un funerale festoso ed insieme un atto di rinascita che porterà i fruitori di spazioK a contatto nella stessa sera con la scena contemporanea e una festa travolgente. Sabato 1 marzo alle 22.00 il gruppo di ricerca Codice Ivan apre la programmazione con The Death of Pink, Me & The Roses, ultima e definitiva replica dell’opera prima della giovane compagnia vincitrice del Premio Scenario nel 2009 per i nuovi linguaggi teatrali. La fine di un ciclo segna l’inizio di un’altro introdotto da The Rebirthing Act!, live set e super party con il repertorio sofisticato di Biga (Fresh Yo! – Firenze) che coniuga sonorità ricercate e lontane spaziando tra World Groove, Tropical Disco ed Enthusiastic Funk.

The Death of Pink, Me & The Roses è il tentativo di Codice Ivan di riaprire per l’ultima volta un progetto per poi chiuderlo definitivamente. Il processo irrompe in una scena essenziale: pochi oggetti, pochi colori, poco spazio e ben marcato in cui si tenta di costruire l’ennesima finzione anche se l’inganno non regge più. La relazione tra gli oggetti e i tre performer, in costante uscita dal personaggio e da se stessi, si rompe continuamente in piccole morti ripetute, in cadute, scoppi, sbagli che marcano il farsi e il disfarsi di una situazione scenica senza storia. I riverberi della favola antica di Esopo sull’impossibile collaborazione tra la rana e lo scorpione, che per sua natura non può esimersi dal pungere chi l’ha aiutato ad attraversare il fiume, aprono la scena alle domande “sul perché tutti i nostri tentativi di dialogo sembrino destinati all’insuccesso; e sul perché sia proprio il linguaggio a segnarne il fallimento”. Ma il punto d’approdo non vuole essere pessimistico, al contrario Codice Ivan ricerca una possibilità per essere onesti, tentando un superamento, in verità impossibile, delle convenzioni del teatro.

Codice Ivan nasce nel 2008 dall’incontro di Anna Destefanis, Leonardo Mazzi e Benno Steinegger. Il lavoro del gruppo si orienta principalmente verso le arti perfromative e teatrali avviando un percorso di ricerca rivolto anche all’utilizzo di formati diversi, come installazioni, video e mostre.

Biga (Fresh Yo!) è un produttore e collezionista di vinile che vive a Firenze. Forte della massiccia esperienza in ricerca di dischi di vinile effettuata negli ultimi 3 anni di viaggi nell’Europa Occidentale e Orientale, nel vicino Oriente e in America Latina, ha confezionato alcuni mix acclamati da vari blogs di settore, djs e cultori musicali.

is it my world? è solo la concretizzazione visibile delle molteplici attività dello spazioK come centro di residenza artistica regionale per la città di Prato, uno dei progetti scelti dal bando triennale della Regione Toscana come luogo aperto per favorire la creatività degli artisti e la crescita culturale della comunità e del territorio. Il progetto di residenza è condiviso con importanti realtà artistiche che si occupano di contemporaneità, in collaborazione con le istituzioni locali, Provincia e Comune di Prato, e Dotline 2013, unica esperienza di rete in Italia per la produzione e promozione della danza contemporanea e delle arti perfomative.

is it my world? blog è attivo un collegamento diretto tra spazi fisici e mentali nel Blog “kinkaleri//is it my world?” [ http://kinkaleri.it/IIMW/?page_id=2
] dove trovano spazio tutte le informazioni sulle performance e gli artisti in programma, contributi audio, video, immagini e approfondimenti.

is it my world? progetto e realizzazione Kinkaleri con il supporto di Regione Toscana, Provincia di Prato, Comune di Prato in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea L.Pecci Kinkaleri riceve il sostegno di Mibac – Dipartimento dello spettacolo, Regione Toscana

DOTLINE rete della danza toscana progetto promosso e sostenuto da Regione Toscana www.dotline.adactoscana.org

CODICE IVAN | THE DEATH of PINK, ME AND THE ROSES
Premio Scenario 2009
creazione collettiva Codice Ivan
con Anna Destefanis, Leonardo Mazzi, Benno Steinegger
produzione Codice Ivan
co-produzione Centrale Fies
www.codiceivan.com

spazioK.prato via santa chiara 38/2
per info t 0574.448212 info

sabato 1 marzo
aperitivo h 21.15
spettacolo h 22:00
party h 23.30

ingresso €5 / ridotto studenti €3
per informazioni: info – tel 0574 448212
www.kinkaleri.it

K I N K A L E R I
raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo

Via S. Chiara 38/2 – 59100 Prato – Italia Tel./Fax: +39 0574.448212
Website: info Facebook: Kinkaleri Prato

Organizzazione: Monica Maggio
Tel: +39 335.6939100
email: k-press

PressOff: Barbara Saura
Tel.: + 39 347.8296233
email: pressoff
Camilla Borraccino
email: kinkalerinews

“James Koller, il poeta del mondo naturale” di Dianella Bardelli


“James Koller, il poeta del mondo naturale”
di Dianella Bardelli

Ci sono persone che condensano in se stesse epoche intere; con i loro scritti e le loro apparizioni pubbliche testimoniano e tramandano eventi diventati tradizioni, poesie diventate poetiche, storie diventate letteratura.
Una di queste persone è James Koller, (Oak Park, Illinois, 1936), poeta, esponente del Bioregionalismo, fotografo, editore.

James Koller

Da giovane partecipò alla Beat Generation e in seguito ai movimenti nati nella San Francisco degli anni ’60. Diventato amico di Franco Beltrametti con lui girò gli Stati Uniti e l’Europa. Nel 1964 fonda la rivista Coyote’s Journal e la casa editrice Coyote Books, attualmente attive. Oggi vive nel Maine e spesso viene in Italia per dei Readings. È spostato e ha sei figli.

Jame Koller è un uomo alto e allampanato, dalle spalle un po’ curve, una lunga coda di cavallo portata con affascinante disinvoltura, scarpe grosse antiche e una faccia piena di nostalgia degli anni finiti.

Jim è un poeta. Per il mondo è anche altre cose ( marito, padre, fondatore del movimento bioregionale e di riviste…). Ma per me è soprattutto un poeta. Anzi Jim è la poesia. La sua faccia, il suo parlare, il suo camminare, il suo guardarti, la sua malinconia sono poesia vivente. Jim non è diverso dalla sua scrittura, ecco il segreto del vero poeta. Le sue poesie parlano di coyotes, lupi, cervi, vecchi capi indiani, donne dalle ampie gonne, amori troppo presto finiti.
Jim quando viene in Italia a leggere le sue poesie e a salutare vecchi e nuovi amici si ferma nelle case, nelle osterie, nelle librerie, si alza e legge. Non mostra alcuna emozione particolare nel farlo. Jim è molto cool a vederlo. Non solo quando legge le sue poesie, ma anche quando parla, quando sta in mezzo alle ragazze piene di curiosità per questo vecchio ragazzo beat, che chissà quante storie ha da raccontare.

Molte delle poesie di Jim sono tradotte e pubblicate in “Terrapoesia”, collana poetica della rivista Lato Selvatico.
Le poesie di Koller si inseriscono nella tradizione naturalistica della poesia americana (di cui un altro importante rappresentante è Gary Snyder) che pone al centro della propria ispirazione dettagli, aspetti piccoli e grandi della vita animale e naturale, così come si presentano “ nel mondo reale”. Un mondo reale, concreto, di vita e di morte, ma spiritualizzato. In una intervista di qualche anno fa Koller ha infatti affermato “Credo che tutto ciò che esiste abbia uno spirito e che questi spiriti rimangano anche mentre noi cambiamo le nostre forme”. È un mondo reso sacro dall’attenzione quello di James, pratica mentale che ferma il tempo: “ Prendo tempo/ prendo tempo/esamino tutto/ la siepe, l’orlo del bosco/esamino tutto/ attentamente”.

james Koller2La possibilità di recuperare la nostra natura originaria James Koller l’affida quindi al suo sguardo poetico su falchi, cervi, boschi, fiumi, monti, volpi.. Nella raccolta “Canto del Falco della coda rossa e altre poesie” scrive:
“ Parla a tutti quelli che ne hanno bisogno/quelli venuti prima di te/quelli ancora con te adesso/quelli che passano, porta il messaggio/parla alle aquile, parla ai corvi/parla al vento, parla al fulmine/parla ai monti, parla agli alberi/parla ai fiumi, parla alla pioggia/sotto & sopra & attorno/Questo è dove tutto comincia…”

Ancora più legati alla tradizione popolare americana sono i testi raccolti in “Lo spettacolo delle ossa” ( The bone show).
Solo un esempio:

Coyote:

“Ritorno sempre -/rinasco, rinasco./Come il Cielo Azzurro./So quello che mi precede/quello che segue e quello che verrà./So tutto, chiedetemi./Tutto succederà./Tutto al momento giusto./Tutto come è previsto./Guardate come faccio io….”

Ma ci sono poesie anche di argomento personale, legate alla passione amorosa. Nella raccolta “Cenere e Brace”troviamo il tema dell’abbandono:

“ Quando ho visto l’abito bianco appeso/ho visto lei in quell’abito, l’ho visto aderire/alla sua vita lunga e snella, allargandosi sui fianchi./L’ho portato a casa e glielo ho dato./Non ha voluto provarselo mentre la guardavo./È rimasto sulla macchina da cucire per giorni,/per settimane piegato nella cesta dei rammendi./
Quando mi ha detto di prendere il largo/ha buttato l’abito in un sacco marrone/
per beneficenza”

Il motivo amoroso lo troviamo anche qui:

“ …Lei si è mossa sul letto/nella luce lunare./Le curve del suo corpo/erano lì, luce e ombra/sul lenzuolo scuro./Ho tracciato l’ombra/con la punta delle mie dita./
Lei descriveva le onde/che tornano indietro/più larghe e rimangono/anche quando sono andate…”

James Koller, dopo l’esaurirsi dell’energia creativa della beat generation, è approdato al movimento bioregionale, diffusosi a partire dagli anni ’70 negli Stati Uniti, e presente anche in Italia intorno alla rivista Lato Selvatico e al suo animatore Giuseppe Moretti.

In un’intervista Koller alla domanda Che cos’è il movimento bioregionale, risponde:

“Un’isola ha un perimetro chiaramente definito. Ciò che accade sull’isola, a proposito della struttura dell’ambiente e in termini di economia e dinamica della popolazione, fa parte di modelli biogeografici. I famosi ecosistemi, i cui perimetri sono meno chiaramente definiti su un più vasto gruppo di terreni contigui, sono analogamente regioni con modelli biogeografici. Si deve pensare a tali regioni come a delle bioregioni. Il movimento bioregionale iniziò negli U.S.A negli anni ’70 quando i componenti di gruppi ecologicamente consapevoli, specialmente coloro che sentivano di essere
parte di una “società alternativa”, si risistemarono nelle abitazioni o nelle aree nuove, cercando di ridefinire e di capire ex novo il concetto di “regione” in termini di ecologia e del “vivere in maniera giusta” in quelle aree prescelte. Uno studio della progressione culturale umana e delle usanze in questi luoghi aiutò a chiarire i modelli biogeografici e quei cambiamenti positivi o negativi che si erano effettuati o che erano stati resi possibili con ogni nuovo tentativo”.

Non so nulla della vita americana di Jim, non so come sia la sua casa, la sua cucina, il suo armadio. Ma so com’è il bosco dove lui cammina, i falchi che ha visto mille volte, la donna che ha molto amato e che non lo capiva. Me li posso immaginare perché lui nelle sue poesie ne parla. Rispecchiano quel mondo e per chi non ne sa nulla possono anche spiazzare. Questo perché da noi non siamo abituati alla spontaneità in poesia, al fatto che essa rappresenti ed esalti momenti di vita di una grande intensità pur nella loro semplicità e quotidianità. Da noi resiste ancora l’idea che più la poesia è oscura e meglio è.

L’ultima volta che Jim è venuto in Italia è stato l’anno scorso per il suo solito tour di readings. È venuto anche a leggere le sue poesie alla Locanda Pincelli di Selva Malvezzi vicino a Bologna. Abbiamo stampato dei volantini per pubblicizzare l’evento. È venuta gente da Bologna, ma più che altro c’era la gente del paese, quella che i venerdì si raduna in questo locale per ascoltare musica rock dal vivo, mangiare buon cibo della cucina bolognese e bere buoni vini. Jim è stato la star della serata. La star venuta dall’America. Quell’America da molti di noi sognata, immaginata mille volte sui libri di Ginsberg, Kerouac, Ferlinghetti e gli altri meravigliosi frutti di quella generazione.

Dianella Bardelli vive in provincia di Bologna. Nel 2008 ha pubblicato una raccolta di poesie, “Vado a caccia di sguardi” presso l’editore Raffaelli di Rimini. Nel 2009 è uscito il romanzo “Vicini ma da lontano”, presso la casa editrice Giraldi di Bologna; nel 2010 ha pubblicato un altro romanzo dal titolo “I I pesci altruisti rinascono bambini” sempre per l’editore Giraldi. Nel Gennaio 2011 ha pubblicato Il Bardo psichedelico di Neal presso le edizioni Vololibero ispirato alla vita e alla morte di Neal Cassady, l’eroe beat. Accanto alla sua attività di scrittrice guida corsi di Scrittura Creativa secondo il Metodo della poesia e prosa spontanea Da alcuni anni pratica la meditazione buddista secondo la tradizione tibetana.