La fiction, la merce, il reale, la vita vera.


La fiction, la merce, il reale, la vita vera.

Molti, almeno quelli di voi che ogni tanto accendono il televisore per seguire qualche trasmissione, si saranno accorti che da qualche tempo in qua, nei quiz a premi come nelle fiction, è stata inserita una dicitura che suona pressappoco così, “il programma contiene prodotti a uso commerciale”. Ciò significa che, ad esempio, il concorrente di un quiz, al fianco della sua postazione, ha una bottiglia d’acqua di una marca in particolare, oppure che in una fiction la protagonista utilizza una borsa di una marca determinata oppure tutte le auto sono di una marca piuttosto che un’altra. Ciò che un tempo poteva essere una coincidenza, in tempi di crisi, si trasforma in un’opportunità economica in più per gli sponsor. Fin qui tutto bene, direte voi. Non so per quale motivo questo pensiero, qualche giorno fa, ha scatenato una serie di reazioni a catena che si sono concretizzate con quanto segue. Stavo vedendo una puntata della solita fiction, a ora di pranzo, quando l’occhio mi è caduto sul logo di una ditta.
In quel momento, la prima cosa che ho pensato non è stata “ecco, una pubblicità”, ma, ecco “un’intromissione della realtà nella fiction”. In effetti gli oggetti pubblicizzati, in quanto facenti richiamo esplicito a oggetti reali, merci della cosiddetta “vita vera”, rompono quel patto per cui quando osserviamo una fiction sappiamo di avere oltrepassato una porta con su scritto “sospensione della credulità” e realtà a essa annesse. Non si tratta di semplice product placement, si tratta di un ritorno forzato della realtà all’interno della logica della finzione. Facciamo un passo indietro. Tutti hanno presente le pubblicità in cui il giovanotto di turno lava i panni e li stende, per poi cantare le lodi del detersivo utilizzato. In uno spot del genere assistiamo alla ripresentazione di una scena di vita reale asservita allo scopo di veicolare un prodotto pubblicitario.
Ciò che avviene invece con i prodotti pubblicitari messi nelle fiction, pur essendo simile, in un certo senso ‘restituisce’ il prodotto dall’ambito del reale a quello dell’immaginario, stabilendo che ciò che vedete “è vero” potete trovarlo “anche fuori” dalla cornice della fiction. Dopo questa premessa, arrivo al punto della questione, ovvero sia al fatto, consistente, che nella vita vera, quella senza telecamere, i clienti sono già abituati a essere veicolo di un messaggio commerciale. Nell’attimo stesso in cui indosso un paio di scarpe di una determinata marca o guido un’auto, in un certo senso sono veicolo di un messaggio; questo lo sapevamo già. Quello che non sapevamo è che anche l’immaginazione, per forza di cose e per colpa della penuria di denaro, potesse essere invasa dagli sponsor.

La frontiera ulteriore del travaso del reale falsificato nella finzione sono le fiction come quella che a cui ho assistito ieri sera, ambientata nella solita fabbrica di automobili del Nord, a Torino, dove gli operai vengono ripresi mentre lavorano alle lamiere etc. etc. Ecco: quando le fabbriche in Italia saranno tutte chiuse non verranno dismesse, continueranno a essere utilizzate come set per girare le fiction ambientate nell’epoca in cui c’erano ancora le fabbriche.

Milano, 8 – 29 Novembre – Corso intensivo di Lingua Persiana a cura della Libreria Azalai


3 Novembre 2012 – “Overdose in blues” cover band di Zucchero in concerto al Note di Vino di Ruffano (LE)


Agave Comunicazione e Note di Vino organizzano

OVERDOSE IN BLUES cover band Zucchero da Lecce

sabato 3 novembre 2012 ore 22,00

Note di Vino
Via Vittorio Veneto, 55 – 73049 Ruffano (LE) – Italia

La musica ancora una volta domina incontrastata al Note di Vino nel cuore del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Terzo appuntamento di note e suggestioni in collaborazione con Agave Comunicazione, il 3 novembre 2012 a partire dalle 22,00 questa volta con la mitica cover band del grande Zucchero Sugar Fornaciari, ovvero la “OVERDOSE IN BLUES”. Si tratta di un appuntamento suggestivo che ripercorre la storia professionale di una star della musica italiana ormai conosciuta a livello internazionale. Una performance musicale di grande forza e bravura quella della OVERDOSE IN BLUES band, che alterna i successi del grande Fornaciari dall’esordio fino ad arrivare ad oggi. Punta di diamante della band è il cantante Salvo Vergari che ormai è conosciuto e apprezzato per la sorprendente somiglianza fisica e vocale con Zucchero,affiancato dalla singolare voce blues di Luisa Greco, con un ensemble ritmico strutturato da musicisti immersi in un groo ve che ha sempre evidenziato nlo stile musicale dell’artista. I componenti della band sono: Chitarra (Ermanno Mangia), Tastiere (Fernando Chiriacò), batteria (Antonio Murciano), basso (Leo Klaus Cannazza). Inoltre la band vanta una collaborazione assieme allo storico sassofonista di Zucchero, Frank Raya.

Info
http://www.note-di-vino.it/

info@note-di-vino.it

Su Facebook
https://www.facebook.com/pages/Note-di-Vino/258630850838423

Tel +39 340 33 86 316
+39 340 90 98 835

Via Vittorio Veneto, 55 – 73049 Ruffano (LE) – Italia

31 Ottobre 2012 – GABRIELE TORSELLO PRESENTA “CAMERA OSCURA” al Note di Vino di Ruffano (LE)


AGAVE COMUNICAZIONE ORGANIZZA

SORSI DI CULTURA DI- LIBRI/ DI- VINI

“La scrittura fa del sapere una festa” (R.Barthes)

IL LIBRO E L’AUTORE

31 OTTOBRE 2012 ORE 19.30

GABRIELE TORSELLO PRESENTA “CAMERA OSCURA”
DIALOGA CON L’AUTORE FULVIA LIQUORI

NOTE DI VINO, Via Vittorio Veneto, 55 – 73049 Ruffano (LE) – Italia

Introduce e presenta Paolo Vincenti

La rassegna “Sorsi di cultura di-libri/di-vni “organizzata da Agave Comunicazione e Note di Vino parte il 31 ottobre con Camera Oscura di Gabriele Torsello. Dialoga con l’autore Fulvia Liquori. Introduce l’autore Paolo Vincenti. Il giornalista racconta, nel suo lavoro, attraverso immagini e parole dense e forti, un volto nuovo e spesso ignorato dell’Afghanistan, l’incontro con la vita quotidiana di un popolo così “diverso” rispetto alla nostra cultura, per storia, tradizioni e religione, e che la “stampa istituzionale” filtra senza mezzi termini. Com’è vivere in Afghanistan? Ne sentiamo parlare da diversi anni, ma possiamo dire di conoscere sul serio questo popolo? Torsello, impegnato sostenitore della libertà di stampa, ha viaggiato in questi luoghi “VESTITO da afghano, non travestito”, come tiene a sottolineare. L’esperienza di Torsello in questi territori, anelata fin dall’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, è paradigmatica delle contraddizioni che la animano, e, concretizzatasi qualche anno dopo, si conclude con il rapimento del giornalista, nel 2006, durato 23 giorni, esperienza umanamente ed emotivamente molto forte e nucleo del foto libro stesso, rapimento risoltosi bene ma ancora caratterizzato da ambivalenze e ombre.

Kash Gabriele Torsello è un fotogiornalista indipendente nato in Italia nel 1970. Lavora ad a una serie di progetti mediatici diretti a promuovere e sollecitare dialoghi e scambi socio-culturali attraverso l’uso della fotografia. Dal 2007 Kash lavora a una serie di progetti mediatici diretti a promuovere e sollecitare dialoghi e scambi socio-culturali tra Europa e Afghanistan, attraverso l’uso del fotogiornalismo e il coinvolgimento delle popolazioni locali e delle relative istituzioni, organizzazioni, associazioni e aziende. (http://www.kashtorsello.com/)

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