30 Settembre 2012 – Una sera per ‘storiarsi’, al Fondo Verri di Lecce


Ass. Cult. Fondo Verri – Presìdio del libro di Lecce
Iniziativa promossa dalla Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Presìdi del libro”.

Al Fondo Verri nell’ambito delle iniziative della Festa dei lettori, domenica 30 settembre, dalle 20.00, ci si incontra per la lettura di “Storiarsi, storie dal Ser.T. di Lecce”, un libro creato all’interno di un intervento di narrazione e scrittura creativa promosso dal Dipartimento di Dipendenze Patologiche della Asl di Lecce per il Servizio Tossicodipendenze di Lecce.

Storiarsi suona un po’ come “farsi”, azione di tossicomania. Questa volta no! C’è la scrittura a governare e le storie d’ognuno, le storie hanno preso forma, andature narrative, “eroiche”, vissuti densi di “senso”. Rinfranca raccontarsi, “esserci” in un tempo in cui la sovraesposizione mass-mediale confonde i contorni d’ognuno. Il racconto di sé, diventa terapia, cura all’inedia, al “no” che spesso induce quei comportamenti spersonalizzanti che riconosciamo nelle “dipendenze patologiche” e, più in specifico, nelle tossicodipendenze: meccanismi di auto annientamento – e di sottrazione del soggetto dai contesti sociali e di relazione – che, nel tempo, “costruiscono” storie di vita che rimangono “senza più parole”.

Fondo VerriVia Santa Maria del Paradiso 8,
nei pressi di Porta Rudiae (Lecce)
tel 0832-304522

Astràgali Teatro Premiato per la miglior regia all’Hawler International Theatre Festival in Iraq


Hawler International Theater Festival, Erbil, Iraq.
Fabio Tolledi
e Astràgali Teatro sono stati premiati per la miglior regia nel corso dell’Hawler International Theatre Festival di Erbil in Iraq con lo spettacolo Persae. La performance di Astràgali Teatro è stata acclamata, con una standing ovation di oltre dieci minuti, quale miglior spettacolo in concorso.

Entusiasmante il giudizio della regia, presieduta da Ann Mari Engel (Direttore dell’International Theatre Institute di Svezia) e da registi e studiosi provenienti da Marocco, Iran e Kurdistan.

Ann Mari Engel ha parlato di “straordinaria energia espressa dallo spettacolo e sapienza nel mescolare lingue diverse, attraverso un lavoro sonoro notevole arricchito dalla presenza di canti struggenti e dalla forte carica emotiva”, mentre Heewa Suaad Younis (Festival leader) ha definito il lavoro di Astràgali “uno dei più significativi del Festival per il forte impatto visivo, per il lavoro altamente professionale e per il modo in cui ha agito lo spazio della Cittadella”.

Info:
http://www.astragali.org
http://hawlerinternationaltheaterfestival.wordpress.com

Esce L’ANTITEMPO, satira a colori. Monti candidato alla Premiership. “Era ora”


L’ANTITEMPO”, una cosa è certa, ce n’è bisogno. Se ne accorgono i mercati che alla notizia saltano in aria, seppure per poco, se ne accorge perfino Mario Monti che avanza l’ipotesi di candidarsi alla Premiership del paese, basta andare in America un giorno e ti vengono i pensieri. Già dall’editoriale mi viene voglia di consigliarvi la lettura di questa rivista satirica, “è tempo dell’Antitempo”, ho letto su un muro.
Non so se nelle librerie della città dove vivo arriverà, ovvero sia a Lecce; se non arriva peccato, bisogna chiamare qualche amico da fuori, magari aiutandosi con i social network tipo facebook, twitter, antony’s chain; in fondo ne vale la pena.

Tanto per cominciare sempre nell’editoriale facciamo i conti con una delle bestie più nere degli ultimi mesi, l’ottimismo; chi lo ha visto dice che ha assunto una forma terribile, tale da far scappare perfino i più temerari, a breve le strade saranno percorse da tir di vati inneggianti la fine del mondo; epperò, se questa è la fine, mica è peggio dello svolgimento, anzitempo. E io quindi lo leggo, anzi, lo mando giù tutto d’un fiato, come una dolce euchessina, dolce al momento, amara dopo il tempo.
Poi c’è Grègori, con il grammelot sinofirenzico, da fare invidia perfino a Renzi. A proposito, anche lui questa notte è stato gettato da Mario Monti nello scompiglio più leninista, “Che fare?”

E poi c’è la sezione dedicata ai libri della casa editrice “Giulio È in Audi”, delle vere chicche, roba da marketing editoriale al vetriolo, roba da comprare il plexiglass di plastica 21×29,7 e appenderle in casa, magari con il poster Boteriano; non si capisce, queste scoperte È in Audiane, fatte così bene, copertina, quarta, descrizione, estratto, se sono fuoriuscite dalla cartellina di qualche redattore della casa “È in Audi”, oppure sono fatte così ad arte perché questi di Èinaudi Seconda Fila sono bravi almeno quanto la prima fila e soprattutto non ti fanno mancare nulla, arte pura; anzi, la prima cosa che mi colpisce de “L’ANTITEMPO” o dell’Antitempo che dir si possa è proprio l’azzeratempo insito nel mio ricordatoio. Non provavo un’emozione simile da quando uscì Cuore, con la “C”, e non parlo di Edmondo De Amicis; ed è così, con Ehi Now Dì, e col 3d, ti prendo in giro quelli lì, gli scrittorì, radical scì. Un caldo strano, quello che accompagna l’uscita de “L’ANTITEMPO”, che oltre a essere contro il tempo per via dei contenuti sopraffini lo è anche perché affronta il problema di questo tempo senza sesto nel quale viviamo, e nel quale a fine-settembre-praticamente-ottobre possiamo andare ancora in giro in manichine, quindi ci sta bene la rubrica dal mare, il fumetto, le poppe, i coiti underwater, le zinne sotto al sole perfino la lettera del CattoPioBagnante; insomma!

Qua non si sono scorte nemmeno venti pagine che già c’è materia per rivoltar cervelli come guanti; a parte che 6 numeri a 25 euro è proprio poco; ma se arriva a Lecce…poi ti giri è c’è l’inserto enigmistico, da panico; anzi, forse non tutti sanno che…com’è che incominciai la prima guerra, come…è; non si fanno mancare proprio nulla i lettori del deleuziano Anti-tempo, rivista rizomatica che al prezzo di 5€ da molto, molto più di ciò che promette.
Pensate che c’è chi alla stessa cifra vi da i Pensieri di Biagio Pascal o Uno, nessuno, centomila di Louis Pirandello; classici, è vero, ma la verve che si respira ne “L’ANTITEMPO” è qualcosa d’altro; storie d’artista narrate a fumetti, storia a fumetti narrate da artisti, mescolate in doppiapagina per ottenere “Essi infilano” (Klacid), “Paul Niente” (Strolippo&Stan), La Ballata del ‘13-’18 (Grègori), Ora e sempre (Akab).

Il fatto è che questo è linguaggio puro, roba che ti anima, certe cose ti fanno pensare che alcuni autori, prima di mettersi a scrivere romanzi o poesie, dovrebbero leggere L’ANTITEMPO, non fosse altro che per accorgersi che le vere idee sono avanti, stanno altrove, corrono rapide, e se i tuoi pensieri sono chiusi in gabbia, perché sguinzagliarli ad un lettore? Chiudete i cassetti.

C’era bisogno di una sezione dedicata agli annunci cerco offro lavoro, data la grande quantità di lavoro sparso in giro per la penisola? La redazione, con molta probabilità, immaginava l’enorme numero di persone che già durante la preparazione del numero si sarebbero trovate a spasso, ad. es. giunte regionali, aspiranti premier, liste laterali. Coglierà questa timida nuances la Ministra Fornero, il Monti Bis, e il Ter e il Quater? Penseranno al lavoro come volontà e rappresentazione?
E poi eccoti alla fine una cosa che proprio non potevo farmi mancare, da buon autore de “Il romanzo osceno di Fabio”, un po’ di oscenità, in cauda, come venenum.

Per iniziare, in questo mio post precedente potete trovare gli appuntamenti in cui L’ANTITEMPO viene presentato:

https://lucianopagano.wordpress.com/2012/09/27/dal-28-settembre-2012-arriva-in-libreria-il-numero-4-de-lantitempo-rivista-satirica-a-fumetti/

Per continuare: L’ANTITEMPO 4 è tirato in numero mille esemplari non numerati e tutti uguali, ciò significa che manco è nato e già ce n’è penuria, affrettatevi dunque per poter dire un giorno, io c’ero.

Per qualsiasi informazione supplementare, non esitate a scrivere a ufficiostampa@ o per telefono: Andrea Coccia 348 72 92 696 e Vito Manolo Roma 340 2938514.

dal 28 settembre 2012 arriva in libreria il numero 4 de “L’ANTITEMPO – RIvista satirica a fumetti”


dal 28 settembre 2012 arriva in libreria il numero 4 de "L’ANTITEMPO – RIvista satirica a fumetti"


venerdì 28 settembre

Il numero 4, finalmente in libreria

Gogol and Co – via Savona 101, Milano – www.gogolandcompany.com

sabato 29 e domenica 30 settembre
Un banchetto pieno di autori
Liber Salone – Van-Ghé, via Bastia 15, Milano – www.libersalone.altervista.org

sabato 6 ottobre
Portici di carta – Torino
In collaborazione con la libreria Luna’s TortaEvento facebook

da giovedì 11 ottobre
Tavole e pagine in mostra
Luna’s Torta – via Belfiore 50/E, Torino– www.lunastorta.eu

Per qualsiasi informazione supplementare, non esitate a scriverci a ufficiostampa
o per telefono: Andrea Coccia 348 72 92 696 e Vito Manolo Roma 340 2938514

29 Settembre 2012, Lecce – Lettori nomadi a caccia ::: VIII festa dei lettori


lettori nomadi a caccia
in movimento nella città
alla ricerca di letture e lettori

Germinazioni è un gruppo di lettori senza fissa dimora. | La nostra dimora è diffusa: la città intera! Il nostro viaggio si ripete ogni settimana. Camminiamo, scegliamo un parco, dei giardinetti, una chiesetta sconsacrata. Poi ci mettiamo a leggere ad alta voce. | Ripeteremo la stessa transumanza nell’arco di un pomeriggio, camminando per la città in parata e fermandoci in quattro luoghi (pubblici) a caccia di letture e di lettori. I musicisti che lo vorranno potranno unirsi a noi per colorare sonoramente la parata. Una parata musicale di lettori nomadi a caccia! | Quattro sono i luoghi della caccia. Un parco che ci ospita da tempo e dove ci sentiamo a casa. Il parco di Belloluogo. La sala d’attesa di una lavanderia a gettoni, la lavanderia Jefferson. Un luogo che sceglieremo insieme lungo il tragitto: dovunque ci sia un lettore! La sala d’attesa della stazione ferroviaria centrale. | In questi spazi vorremmo creare infiltrazioni di lettura partecipata. Ognuno potrà leggere il libro che ha con sé. | Come il Piccolo Principe esploreremo pianeti alla ricerca dei suoi abitanti. | Chi sarà l’abitante-lettore? Cosa leggerà? Un biglietto per il treno. La pubblicità del supermercato. Una rivista per donne. Un quotidiano. Forse un libro. | Siamo lettori curiosi delle letture degli altri. Noi offriamo la nostra storia in viaggio, una pagina letta ad alta voce, un racconto, una storia di lettori che camminano. | VIENI A CACCIA CON NOI e PORTA CON TE IL LIBRO CHE STAI LEGGENDO!
sabato 29 settembre 2012 dalle ore 16.00 alle 21.00
in movimento nella città di Lecce
partenza

ore 16.00 • Parco di Belloluogo
Prima Caccia al Lettore. Estemporanea di lettura partecipata
Camminata/parata musicale fino alla lavanderia

II tappa

ore 17.30 • Sala d’attesa della Lavanderia a gettoni Jefferson
Seconda Caccia al Lettore. Estemporanea di lettura partecipata
Camminata/parata musicale fino alla Stazione Ferroviaria

III tappa

a sorpresa: dovunque ci sia un lettore!
Terza Caccia al Lettore. Estemporanea di lettura partecipata

IV tappa

ore 20.00 • Sala d’attesa della Stazione Ferroviaria
Quarta Caccia al Lettore. Estemporanea di lettura partecipata

[itinerario: Parco di Belloluogo (accanto al cimitero), P.ta Napoli, Via Palmieri, Via Cairoli, Stazione Ferroviaria.]

in occasione della

VIII edizione della FESTA DEI LETTORI
una iniziativa promossa dalla Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo

in collaborazione con l’Associazione Presidi del Libro

Se la rivista (radical) chic diventa editore


L’evoluzione dell’editoria digitale, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante. Soltanto dieci anni fa il panorama delle riviste letterarie e dell’editoria poteva essere paragonato a un mare calmo, senza vento, con il web che muoveva i primi passi, i social network inesistenti e i blog letterari influenti che si contavano sulle punte delle dita. La rivoluzione, o quantomeno il cambiamento dello scenario, è cominciato quando alcune tra le testate più importanti hanno capito che potenziare i propri strumenti sul web avrebbe portato, sulla media e lunga distanza, più lettori di quanti ne avrebbe portati la semplice circolazione in libreria. Non sappiamo ancora se a ciò corrisponda un incremento del guadagno, di ciò si potrà parlare tra qualche anno. Una cosa è certa, la diffusione degli ebook reader e quella, esponenziale, degli smartphone, ha portato a una ridefinizione del concetto di editoria. E se una rivista ‘storica’ italiana come “Belfagor” chiude, dopo ‘66 anni di libertà’ così come ha scritto Mirella Appiotti su “La Stampa” di sabato 15 settembre, ce n’è un’altra, oltreoceano, che si reinventa per l’ennesima volta aprendosi all’editoria.

Stiamo parlando di “The New York Review of Books” (http://www.nybooks.com), rivista bisettimanale di letteratura nata negli anni ‘60 a New York. Sue Halpern, “editor” della rivista, nel suo ultimo editoriale (20 settembre 2012) descrive la nuova iniziativa della testata. Qualche anno fa, mentre la Halpern stava scrivendo un pezzo per la rivista, dedicato ai dispositivi di lettura digitali, si era imbattuta in un romanziere che nonostante i successi di critica ottenuti con il suo primo romanzo, aveva incontrato molte difficoltà nel trovare un editore per la sua seconda opera. Lo scrittore pensò che il fenomeno era dovuto soprattutto al fatto che l’editoria tradizionale, a lungo andare, aveva reso più difficile la vita dei libri meno commerciali; ciò poteva significare, in futuro, una riduzione drastica del mercato per alcuni libri piuttosto che per altri. Fin qui nulla di nuovo, potremmo dire, anche perché il mercato americano, nei confronti dell’editoria digitale, è sicuramente diverso da quello nostrano. La “editor” tuttavia, dopo un’immancabile disquisizione su quanto il libro di carta sia bello, buono, e profumato, riflette sul fatto che molte opere, se non fosse proprio per la grande diffusione dei lettori digitali, non potrebbero vedere la luce, ovvero sia, non potrebbero avere lettori, e ciò perché pubblicare un libro rilegato, cucito e copertinato, costa sempre di più. Ecco quindi l’idea: perché non prendere quei libri che hanno trovato poco spazio presso gli editori in edizione tradizionale e non pubblicarli in formato ebook?

Perché non sottrarre all’oblio della lettura opere di un certo spessore, veri e propri classici della contemporaneità, scritti da autori validissimi, ma che per un motivo o per un altro, non sono stati pubblicati oppure non hanno avuto la circolazione che meritavano? La conclusione, come potete immaginare, è che “The New York Review of Books”, luogo migliore per far partire questa iniziativa, ha appena dato il via alla pubblicazione di una serie di ebook.

Nulla di nuovo, direte. In effetti qualcosa di simile, in Italia e soprattutto negli Stati Uniti, esiste già. Feltrinelli qui da noi ha cominciato a pubblicare brevi storie di autori conosciuti, direttamente in formato ebook; come sempre agli italiani “piace vincere facile”, come recita un noto spot.

La vera sfida della rivista americana, che Tom Wolfe definì “il principale organo teorico del Radical Chic”, consiste proprio nel fatto che la redazione del NYRB impiegherà nell’iniziativa tutto l’impegno e tutte le sue forze, per fare in modo che i libri scelti mantengano uno standard di qualità elevatissimo, sia per la redazione che per i lettori.

La prima opera pubblicata è “The Water Theater”, di Lindsay Clarke, scrittore già vincitore del Premio Whitbread nel 1989, messo in vendita sul sito della rivista a 9 dollari e 99 centesimi. Il romanzo racconta “con una narrazione magistrale”, la vita di un reporter di guerra di nome Martin Crowther. Si tratta di una storia di crescita, una storia familiare e allo stesso tempo una storia dove i temi della lotta di classe, della follia, liberalismo e delle buone intenzioni si mescolano. Un libro forte, che come tutte le “grandi narrazioni” ha a che fare con le questioni centrali di ciò che significa essere umani. Insomma, un capolavoro. Almeno così secondo “The New York Book Review”. La cosa bella è che dopo avere letto l’articolo di descrizione del nuovo capolavoro, curiosando in rete, mi sono accorto che il libro è uscito nel 2010, che la critica lo ha accolto benissimo, che è stato pubblicato in diverse edizioni e che, questa‘ristampa in “bit” del NYRB, costituisce l’ennesimo rilancio. Se avrò la fortuna e il tempo di leggerlo scriverò la prosecuzione di questo articolo, magari incominciando a raccontare dell’acquisto del libro, in versione cartacea, su Amazon, al prezzo stracciato di 4 dollari e 78 centesimi.

@lucianopagano

(pubblicato sul quotidiano Il Paese Nuovo
di sabato 22 settembre 2012,
immagine di Crawl Palmetto

http://crawlpalmetto.co.uk/index.php/2012/08/29/do-you-want-to-be-popular/)

PADIGLIONE TIBET. Il padiglione per un paese che non c’è. Museo Diotti


MUSEO DIOTTI – Padiglione Tibet –
l padiglione per un paese che non c’è

Il Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) ospiterà dal 22 settembre al 14 ottobre 2012 “Padiglione Tibet”, progetto ideato e curato da Ruggero Maggi con la partecipazione di noti artisti contemporanei.

Padiglione Tibet rappresenta un sogno che ha lasciato il segno.

Uno dei simboli più significativi del Tibet è senz’altro la tipica sciarpa bianca che i monaci offrono in segno di amicizia e saluto: la Khata.

Proprio questo tessuto così etereo è diventato la base su cui ogni artista invitato ha espresso il proprio personale pensiero artistico e poetico sul Tibet. L’installazione collettiva ottenuta con queste opere – ospitata anche dal Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella magnifica Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni di Torino – ha concretizzato finalmente un pensiero, una speranza dando, attraverso l’arte, ufficialità al Tibet e quindi al suo Padiglione Nazionale.

Si è realizzato ciò che lo stesso Presidente della Biennale Paolo Baratta dopo aver visitato il Padiglione (in un articolo a firma di Francesca Pini pubblicato su “Sette” supplemento del Corriere della Sera) aveva auspicato quando inserì di fatto Padiglione Tibet tra i Padiglioni Nazionali dei Paesi in cerca di un’affermazione anche geopolitica.

L’idea di creare un ponte sensibile che induca i visitatori di questa mostra, dai profondi risvolti non solo artistici, ad una maggiore conoscenza di questo popolo che rischia di perdere il proprio patrimonio culturale e soprattutto spirituale, fondato su concetti di pace e non violenza, è all’origine di questo nuovo appuntamento a Casalmaggiore presso il Museo Diotti, sotto l’egida del costituendo comitato Padiglione Tibet.

Artisti partecipanti:

Dario Ballantini, Piergiorgio Baroldi, Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi – Franco Ballabeni, Nirvana Bussadori, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Stefano Cerioli, Marzia Corteggiani, Teo De Palma, Albina Dealessi, Anna Maria Di Ciommo, Marcello Diotallevi, Dario Fo, Annamaria Gelmi, Luciano G. Gerini, Gino Gini – Fernanda Fedi, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Oronzo Liuzzi, Gian Paolo Lucato, Ruggero Maggi, Gianni Marussi – Alessandra Finzi, Paolo Nutarelli, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Nadia Presotto, Tiziana Priori, Angela Rapio, Sergio Sansevrino, Elena Sevi, Roberto Testori, topylabrys, Micaela Tornaghi.

Padiglione Tibet
22 settembre – 14 ottobre 2012
Inaugurazione: sabato 22 settembre 2012 ore 17.00

Orari: da martedì a venerdì 8.00/13.00
Sabato domenica e festivi 15.30/18.30

Per informazioni:
0375 – 200 416
www.museodiotti.it
info@museodiotti.it

Padiglione Tibet:
320.9621497
ruggero.maggi@linero.it
www.padiglionetibet.com

Via Formis 17 26041 Casalmaggiore (CR) tel 0375 200416 www.museodiotti.it

Sant’Agostino e i festini di Roma, 1600 anni dopo.


Il brano che segue è estratto da uno dei capolavori di Agostino, La Città di Dio, composto nel quarto secolo dopo Cristo, circa 1600 anni fa. In particolare l’estratto è dedicato alla descrizione delle feste e del clima di generale licenza che imperversava nella capitale dell’Impero. I fatti di questi giorni rendono questo passo attuale, con una discreta e imbarazzante prepotenza. Buona lettura.

“Dilaghino le prostitute, a disposizione di chiunque desideri fruirne e soprattutto di coloro che non possono permettersi una concubina. Si edifichino abitazioni grandiose e decoratissime, si frequentino i banchetti fastosi, ove chiunque ne ha voglia e mezzi, di giorno e di notte, si diverta e beva, vomiti e si distrugga. Risuonino dovunque i balli, i teatri ribolliscano dei clamori di un disonesto divertimento e di un’infinita varietà di piaceri, ora crudelissimi, ora volgarissimi. Sia additato a nemico pubblico chi prova disgusto di questa felicità; chi tenti di trasformarla o di rimuoverla sia allontanato dalle orecchie della moltitudine scatenata, rovesciato dalla sua posizione, rimosso dal consorzio dei viventi. Siano considerati veri dèi quelli che la fanno conseguire questa felicità ai popoli e dopo conseguita gliela conservano. Si facciano adorare come vogliono, richiedano gli spettacoli che vogliono, li godano insieme o a spese dei loro adoratori: purché questa felicità sia al riparo dai nemici, delle pestilenze, di qualsiasi rovescio. Questa repubblica chi, sano di mente, oserebbe paragonarla non dirò con l’impero romano, ma col palazzo di Sardanapalo? un re d’altri tempi così dedito ai sensi, da far scrivere sul suo sepolcro che i suoi unici possedimenti da morto erano i piaceri che la sua lussuria, da vivo, aveva nel gustarli dissipato. Avessero costui come re, così condiscendente verso i vizi e mai avverso né severo verso nessuno che ne goda, gli consacrerebbero un tempio e un flamine più prontamente che non gli antichi Romani a Romolo” [Agostino, La Città di Dio, traduzione e cura di Carlo Carena, Einaudi-Gallimard, 1992]

Eros e Porno, secondo Carmelo Bene


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“Questo è il porno, quest’abbandono, questo è Franz Kafka […] l’unico, il vertice, del porno, da Adamo a voi” (Carmelo Bene)

da mezzanotte di oggi “Il romanzo osceno di Fabio“, qui (http://twitter.com/romanzosceno) e qui (http://romanzosceno.tumblr.com, password: senso).

APPELLO pubblico a sostegno della scuola lombarda, del merito e della civiltà del nostro Paese


Leggete e firmate. Il link è in basso. Grazie!

APPELLO pubblico a sostegno della scuola lombarda, del merito e della civiltà del nostro Paese

In Lombardia, le istituzioni scolastiche sono 1.224; in questi giorni 448 di esse iniziano l’anno scolastico senza un dirigente titolare.

Il concorso bandito dal Ministro dell’Istruzione per il reclutamento dei dirigenti scolastici ha concluso il suo iter: una prova preselettiva, due scritti e un orale hanno selezionato 406 idonei. Il TAR di Milano lo ha bloccato per presunti vizi procedurali attribuibili all’amministrazione, non certo ai partecipanti.

Il Consiglio di Stato ha rimandato la decisione sul merito a novembre; non sono stati possibili pertanto l’immissione in ruolo dei neodirigenti e un regolare avvio dell’anno scolastico.

Le conseguenze:

  1. La scuola lombarda. La scuola non può aspettare i tempi inevitabilmente lunghi di un nuovo concorso, che risulterebbe abnorme nei numeri perché solo la Lombardia, in Italia, offre ormai posti di dirigenti, a cui concorrerebbero candidati di tutte le regioni. Non costituiscono, inoltre, una risposta adeguata né gli incarichi di reggenza a presidi “part-time”, né il trasferimento di dirigenti da altre regioni.
  2. Il merito. Il capitale umano di 406 persone formate e valutate idonee è un potenziale straordinario di energie nuove, che hanno guadagnato sul campo, con merito, il titolo. L’annullamento del presente concorso rappresenterebbe una plateale sconfitta della pubblica amministrazione e della stessa legalità che, cercando giustizia, colpirebbe paradossalmente chi ha agito con correttezza ed onestà.
  3. La civiltà del nostro Paese. Uno Stato, che rincorra esclusivamente la correttezza formale e procedurale a scapito dell’efficienza del servizio reso ai cittadini, rischia di non garantire un sistema scolastico di qualità e di non esprimere un grado di civiltà accettabile per un paese moderno.

Chiediamo pertanto:

  1. che l’amministrazione scolastica si adoperi per sostenere avanti al Consiglio di Stato la necessità giuridica e l’opportunità pratica di consentire la revisione della decisione del TAR: il concorso appena concluso deve essere restituito alla sua piena legittimità.
  2. che le forze politiche e sindacali, il mondo della cultura, le istituzioni locali, la società civile sostengano con decisione questa proposta, perché l’interesse pubblico a che il servizio scolastico sia in breve tempo rimesso in piena funzione è legato inevitabilmente all’esito positivo di questo concorso.
  3. che i vincitori del concorso vengano immessi in ruolo il prima possibile, così che studenti, famiglie e insegnanti di ogni scuola possano avere il dirigente scolastico, come è loro diritto.

www.appelloscuola.it

“Il romanzo osceno di Fabio”, anticipazione.


Cos’è “Il romanzo osceno di Fabio“? È il primo romanzo italiano scritto in tweet. Questo post è un’anticipazione, approfondirò prima del 21 settembre 2012, giorno in cui inizierà la pubblicazione online, su twitter e tumblr.
Nel frattempo, se volete saperne di più potete visitare il sito de “Il romanzo osceno di Fabio“, oppure iniziare a followare su twitter @romanzosceno, per leggerlo. Grazie.

Vittoria per Wiki Loves Monuments: via libera del Ministero per i Beni e le Attività Culturali


WikimediaNews – 10 settembre 2012
Aperiodico ufficiale di informazione dell’associazione Wikimedia Italia.

Vittoria per Wiki Loves Monuments: via libera del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Per il MiBac nulla osta a fotografare i monumenti italiani e pubblicarne le immagini su Wikipedia

Il Ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali (MiBac) collabora con Wikimedia Italia sensibilizzando i proprietari dei beni culturali italiani affinché offrano ai partecipanti al concorso Wiki Loves Monuments http:www.wikilovesmonuments.it la possibilità di veder pubblicate su Wikipedia e Wikimedia Commons, le proprie immagini raffiguranti il patrimonio culturale italiano. Il concorso fotografico Wiki Loves Monuments deve infatti attenersi al “Codice Urbani” [1] . Per poter pubblicare le foto dei beni culturali e paesaggistici italiani occorre dunque bussare alla porta di tutti gli enti coinvolti (Ministero, soprintendenze, regioni, province, città metropolitane, comuni ed enti privati) per scoprire i legittimi proprietari.

Un’impresa titanica, ma il team di Wikimedia Italia, organizzatore del concorso Wiki Loves Monuments, non si è arreso: con l’importantissimo supporto e aiuto di SeLiLi– Servizio Licenze Libere e Nexa – Center for Internet e Society, siamo riusciti a contattare il Ministero e a coinvolgerlo nel nostro progetto

“Grazie al supporto dello Studio dell’avvocato Deborah De Angelis di Roma – dichiara Frieda Brioschi, presidente di Wikimedia Italia – è stato possibile contattare il MiBac e ottenere il prezioso supporto all’iniziativa, dando vita a una vera e propria collaborazione dal significato preciso: per l’autorità italiana più alta in termini di tutela del patrimonio culturale, nulla osta a fotografare i monumenti del Bel Paese e a pubblicarne le immagini su Wikipedia”.

Non solo. Attraverso l’accordo quadro, il Ministero si impegna a richiedere a tutti gli organi periferici di indicare i “beni culturali meno noti per i quali viene rilasciata la concessione del diritto di riproduzione fotografica senza corrispettivo” ai fini della pubblicazione delle immagini su Wikipedia.org (in tutte le sue lingue) e in Wikimedia Commons, la banca dati fotografica di Wikipedia.

“Abbiamo scelto di aderire con entusiasmo al progetto “Wiki loves Monuments” – commenta la Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiBAC – perché riteniamo sia un ottimo modo per coinvolgere attivamente i nostri connazionali nella scoperta e condivisione del nostro patrimonio storico artistico. In particolare abbiamo voluto indirizzare il progetto verso tutti quei luoghi della cultura meno noti e fuori dai grandi circuiti turistici, ma non per questo di minore bellezza e suggestione. Al giorno d’oggi la valorizzazione dei beni culturali deve necessariamente passare anche attraverso i social media, come Wikipedia, attraverso i quali possiamo raggiungere fasce d’utenza diverse dai consueti frequentatori di musei”.

Un significativo passo avanti per mettere a disposizione della collettività lo splendido patrimonio culturale d’Italia.

Seguici e partecipa con le tue foto su http://www.wikilovesmonuments.it

[1] il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” secondo il quale per poter fotografare un qualsiasi monumento italiano e pubblicarne l’immagine, occorre ottenere l’autorizzazione da parte del “legittimo proprietario”, che di norma impone il pagamento di un canone qualora lo scopo delle foto scattate non sia personale

Fai una donazione adesso: http://sostienilacultura.it

Wikimedia Italia
via Ardigò, 24
20900 Monza MB
Italia

13 Settembre 2012 – “Partigiani e Antifascisti di Terra d’Otranto” di Pati Luceri a Lecce


astragali teatro

presentazione del libro

"Partigiani e Antifascisti di Terra d’Otranto (Lecce Brindisi Taranto)"
di Pati Luceri, edito da Giorgiani Editore

introduce
Fabio Tolledi
direttore artistico Astragali Teatro

presenta
Maurizio Nocera
segretario prov.le ANPI – Lecce

giovedì 13 settembre h. 20
TEATRO ASTRAGALI – LECCE
via Giuseppe Candido, 23

Nota dell’autore
Nel corso della ricerca ho tolto dall’oblio altri 40 partigiani di Lecce, 50 di Brindisi e quasi 100 di Taranto. Fra i leccesi altre due donne ed un partigiano decorato con Medaglia d’Argento, oltre ai 1200 nominativi già presenti nella Prima edizione del libro, Questi i loro nomi:

CORTESE PALMA, di Luigi. Partigiana. Nata a Matino, il 7 dicembre 1921. Combatte nelle file della Brg. Rosselli per 7 mesi e 15 giorni.

LETIZIA VITO, di Giorgio e De Matteis Luigia. Nato a Matino. Già caporale del 9° Reparto salmerie da combattimento. Decorato con Medaglia d’Argento, alla memoria. Questa la motivazione: “Conducente di un reparto di salmerie, durante un servizio di rifornimento ad una compagnia americana in posizione avanzata del fronte e particolarmente battuta dal fuoco nemico, veniva ferito in più parti del corpo, da schegge di mortaio. Incurante del dolore, conscio solo del dovere a compiere rifiutava ogni cura e proseguiva a fatica il cammino. Colpito a morte da altra scheggia, presagendo la fine, rifiutava nuovamente a favore di altri compagni feriti, ogni cura. Fulgido esempio di abnegazione e di alto sprezzo del pericolo. Monte Tomba, 3 ottobre 1944.”

LUBELLI COSIMA, di Vitaliano. Patriota. Nata a Calimera, il 7 aprile 1920. Con il nome di battaglia “Chira”, combatte, per 5 mesi, nelle file della Brigata Rocco, più altri 6 in Svizzera.

info: 0832-306194 320-9168440
teatro www.astragali.org

La percezione dell’editore. Uscire dall’appartamento


“La percezione da parte delle testate giornalistiche delle piccole e medie, ma anche delle case editrici medio grandi” oppure “La percezione di un editore da parte delle testate giornalistiche”, si sarebbe potuto intitolare così questo breve pezzetto, che prende spunto da una recensione che ho letto sabato scorso, il libro in questione è “Volevamo essere giganti” di Angela Scarparo, edito da Gaffi. Non ho ancora letto il romanzo, quindi non posso esprimere giudizi, tuttavia leggendo un inciso in parentesi, nella recensione di Piersandro Pallavicini, mi sono messo a rimuginare, ecco l’inciso: “Angela Scarparo (esordio in narrativa per Mondadori nel ‘92, seguito da libri con editori più appartati)”. Lo stesso Piersandro Pallavicini ha pubblicato con Theoria, Pequod, Verdenero; vi consiglio di leggere una sua bella intervista concessa qualche tempo fa a Angelo Ricci (http://nottedinebbiainpianura.blogspot.it/2011/03/intervista-piersandro-pallavicini.html) dalla quale si evincono interessanti posizioni circa la natura del mestiere di giornalista culturale, in relazione a ciò che accade di nuovo nel panorama editoriale.

Gli editori “più appartati” in questione sono, dopo Mondadori: Transeuropa, Pequod, Manni. La domanda è, quali sono i requisiti che una piccola, media, mediopiccola, mediogrande, piccolomedia, grandemedia, casa editrice deve avere per uscire dall’”appartamento”? La distribuzione? Il catalogo? La riconoscibilità degli autori? La fattura del prodotto? La proposizione dello stesso? È evidente che con queste coordinate non sono riuscito a darmi una risposta, anche perché il panorama è davvero molto, molto ampio.
Proprio ieri ho letto, su suggerimento di Marco Montanaro, un interessante articolo di Romano Luperini (http://www.leparoleelecose.it/?p=6562) che mi ha dato interessanti spunti proprio attorno all’idea di lavoro intellettuale; in fondo la questione è ancora aperta, dalla Generazione TQ ad esempio e dall’aumento di consapevolezza da parte degli impiegati e dei non-impiegati del lavoro intellettuale nel nostro paese. Il periodo storico, molto particolare, ha messo in evidenza il grande quantitativo, enorme, di persone che ruotano attorno a un libro, a una redazione, a un giornale, al fatto culturale.

Tengo a precisare che questo post non intende avviare discussioni o considerazioni su nulla che abbia a che vedere con gli autori, né della recensione, né del libro; la sfumatura di grigio che mi piacerebbe approfondire è di tipo antropologico-letterario, e inerisce alla “percezione”, al pour-parler che crea il concetto, a quell’area semantica in cui il giudizio di valore, pur essendo categorico, non si rifa a una categoria ben precisa ma a una somma di giudizi, appunto, percettivi; il panorama editoriale italiano è così vasto e complesso che anche gli aggettivi “vasto” e “complesso” sono minimi. Gli inserti culturali ci aiutano a definire una bussola.

Supporto a “Catarsi-Teatri della diversità”, scopri come.


Supporto a "Catarsi-Teatri della diversità"

La rivista europea Catarsi-Teatri delle diversità, fondata nel 1996 da Emilio Pozzi (Milano, 1927-2010) e Vito Minoia, attuale direttore, è prodotta e distribuita dalle "Edizioni Nuove Catarsi" a cura della Associazione Culturale Cittadina Universitaria “Aenigma” di Urbino.
Con cadenza trimestrale e prevalente profilo monotematico, si propone, con l’ambizione dell’entusiasmo, più scopi: informazione, ricerca, riflessione critica.

• Informazione: raccogliere e far circolare le notizie che riguardano iniziative che intendono usare il teatro, nella sua più ampia accezione, come strumento di formazione e di comunicazione, nei, per e dai mondi considerati "differenti".
• Ricerca: farsi eco del lavoro scientifico magmaticamente in essere che ha come scopo l’identificazione dei metodi che aprono le strade, auspicabilmente, dell’ integrazione, attraverso l’ acquisizione della cultura della convivenza, con pari dignità.
• Riflessione critica: dibattito permanente fra le diverse scuole di pensiero, su percorsi e traguardi, errori e devianze.

Catarsi-Teatri delle Diversità ha dedicato inchieste monotematiche a: Teatro ed handicap, Teatro e carcere, Teatro e follia, Teatro ed etnia, Teatro e tossicodipendenza, Teatro e povertà sociale, Teatro e anziani, Il teatro dei sordi, I teatri e le guerre, Il teatro e i ciechi, Teatro e Anoressia, I medici del sorriso, Teatro e Scuola.

La pubblicazione ha inoltre dedicato alcuni “Dossier” al Teatro e Disagio in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Grecia, Ungheria, Polonia, Brasile, Argentina, Giappone, Cina.

In occasione del suo diciassettesimo anno di vita con il numero 59/60

CHE PUOI SCARICARE COLLEGANDOTI AL SEGUENTE LINK

http://www.teatrosocialedicomunita.unito.it/index.php?option=com_content&task=view&id=969&Itemid=1

i promotori hanno lanciato una campagna straordinaria di sostegno al fine di garantire la sopravvivenza della pubblicazione.

Per tutte le informazioni necessarie alla sottoscrizione di abbonamenti o altre forme di sostegno, potete visitare il sito www.teatridellediversita.it

Dal numero 61 (settembre 2011) della rivista saranno pubblicati abstracts in inglese per gli articoli di maggior interesse internazionale, nonché saranno ospitati nel sito web della pubblicazione alcuni scritti integrali sia in inglese, sia in altre lingue dei paesi di origine degli autori dei testi.

ABBONAMENTO ANNUO
Italia € 30,00
Estero € 50,00
Sostenitore € 100,00

da versare, specificando la causale e l’indirizzo al quale si vuole ricevere la rivista, sul conto corrente postale numero 92384346 o tramite bonifico su Conto Banco Posta, IBAN IT21Y0760113300000092384346 intestati a Associazione Culturale "AENIGMA" Via Giancarlo De Carlo n° 5, 61029 Urbino tel. 339 1333907 – fax c/o 0721 893035 email: aenigma , sito internet: www.teatridellediversita.it

Il costo dei numeri arretrati è di € 12,00 (singoli), € 18,00 (doppi). E’ possibile richiedere l’intera collana dei numeri arretrati (dal n° 1 al n° 58) al costo promozionale di € 300,00.

Si accettano anche donazioni in forma di erogazioni liberali, utilizzando gli stessi riferimenti di Conto Banco Posta sopra indicati.

12 Settembre 2012 – Roma – “Clochard” di Daniele Sforza, presentazione.


L’Associazione Culturale Cinem’Art, in collaborazione con il Ristorante La Cicala e la Formica e con il Sinergy Art Studio, invita tutti gli appassionati di letteratura a prendere parte alla presentazione del romanzo

CLOCHARD
di Daniele Sforza
mercoledì 12 settembre 2012 dalle ore 18.30

presso
Ristorante La Cicala e la Formica, via Leonina, 17
Roma (Rione Monti) Tel. 06 4817490

Dopo aver realizzato altre esperienze come scrittore, Daniele Sforza ci introdurrà al mondo della vita di strada grazie alle sue pagine intense e appassionanti, che coinvolgeranno il lettore in un susseguirsi di emozioni forti e spesso contrastanti.

"Quando arriva l’inverno, il popolo del silenzio soffre. Immerso nella propria solitudine, con una bottiglia di vino a riscaldare il cuore e spazzare via i ricordi. La strada non rifiuta né disprezza il popolo dei Miserabili. La strada accoglie tutti, senza distinzioni: i reietti, i derelitti, i disperati. Ma non promette niente. Li nutre, li violenta, li uccide, li ama. E così, fino alla prossima alba.
Il Professore, Toni, Mosè, Samaras, Annie Mae, Cowboy, Rosso, Dejan si alternano e s’incontrano in queste storie, suggerendoci di soffermare lo sguardo su una realtà che spesso facciamo finta di non vedere. "Clochard" è un romanzo corale, che non lascia spazio a patetismi né a commiserazione. Dipinge delle vite al confine con la morte, e le riveste della dovuta dignità."

L’evento si terrà presso il Ristorante La Cicala e la Formica, via Leonina, 17 – Roma (Rione Monti) Tel. 06 4817490.

Alla serata saranno presenti lo stesso scrittore e alcuni rappresentanti della casa editrice, la Absolutely Free Editore, che ringraziamo per la cortese collaborazione, e sarà possibile assistere al live painting di Marta Bohorquez, giovane artista spagnola promossa dal Sinergy Art Studio.

Chiunque vorrà potrà poi assaggiare la caratteristica cucina del ristorante
La Cicala e la Formica (è consigliata la prenotazione).

Info:
http://www.absolutelyfree.it

Il temperadito


Qualche tempo fa ne portai uno a casa soltanto per osservarlo, anche se sono anni che non uso una matita. Bugia, ogni tanto le uso ancora, ma mai abbastanza da avere bisogno ancora di questo oggetto. Il temperamatite. Negli anni settanta/ottanta c’erano quelli a scatola, con le frasi famose di Einstein, Marx, Nietzsche, che in effetti a sei anni già capire che Nietzsche era una parola…Poi c’erano quelli di metallo, piccoli, che li utilizzavi e dopo un po’ ti puzzavano le dita. Tra gli utilizzi poco ortodossi che ne facevo c’era quello di temperare una bic, fino a ridurla a un mucchietto di spirali in plastica.

C’erano anche quelli, di temperamatite, che odiavi perché anche se le matite erano buone, riuscivano a spezzarti la punta, lo sapevi che era colpa loro. E poi c’era la paranoia, una delle tante, che i temperamatite fossero pericolosi. Non mi è mai venuto in mente di svitare la lama da un temperamatite, anche se una volta mi è venuto in mente “e se ci infilassi un dito, potrei temperarlo?”.

Quando stamattina ho visto questa immagine mi è venuta una sorta di illuminazione, la stessa di quando ti accorgi che qualcuno ha dato realtà a un pensiero che avevi. Il link e il tumblr da dove l’ho presa è di BiancaFarina (grazie!), lo trovate qui:

(http://biancafarina.tumblr.com/post/30934449579/theduty).

“Je sto vicino a te”, Pino Daniele, (Pino Daniele, 1979)


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Je sto vicino a te

Je sto vicino a te
cu ciento strilla attuorno
je sto vicino a te
fin’a che nun duorme
je sto vicino a te
pecchè ‘o munno è spuorco
e nun cercà ‘e sape’
meglio che duorme
ma che parlamme a fà
sempe de stesse cose
pe’ ce ntussecà
e nun ce ‘ncuntrà ogne vota
c’arraggia ‘ncuorpo e chi
jesce pazzo tutt’e juorne pe’ capì.
Je sto vicino a te
pe’ nun piglià cadute
je sto sempe cu te
‘ncoppa ‘a sagliuta
je sto vicino a te
e ciento strilla attuorno
nun me fanno sentì
si staje scetata o duorme.

Manganelli, D’Arrigo, Morselli, Landolfi e compagnia ‘bella’


C’è stato un tempo, fino a qualche anno fa, in cui avevo la convinzione che scrittori come Manganelli, D’Arrigo, Morselli, Landolfi, se fossero vissuti oggi, avessero avuto venti anni e avessero inviato i loro romanzi in lettura a qualche editore, avrebbero ricevuto risposte elusive, del tipo “la storia c’è ma sta scritta in un modo poco comprensibile”, “l’utilizzo del linguaggio fa ricorrente riferimento a termini aulici e desueti, quasi scomparsi dall’utilizzo comune”, “preferiremmo che il tutto fosse narrato in uno stile piano, senza scossoni”, e via discorrendo.

Adesso la mia opinione è cambiata, ora penso che se manoscritti del genere arrivassero in una casa editrice (non tutte è ovvio, trattasi di boutade) forse non ci sarebbero nemmeno, tra i competenti votati alla selezione, le competenze per effettuare la stessa. Sarà. Da lettore posso solo dire che la lettura di questi autori così irti, spaziali, temporali, mi fa godere, quasi quanto mi fa godere leggere Dante. Quanto leggi un Horcynus Orca e ci trovi termini come “allionirsi”, “dolenzia”, “un gomito sulla gistra del conzo”, ti rendi conto di quanto l’orizzonte della lettura sia cambiato, e che perfino termini come “beduino”, “pusillanime”, cominciano a diventare sconosciuti.
Basti pensare a quanti utilizzato il termine “disincantato” con il significato – diametralmente opposto – di ‘incantato’, ‘trasognato’.

Qualche giorno fa su Nazione Indiana (http://www.nazioneindiana.com/2012/08/30/darrigo-magari-nella-bur/) è stato pubblicato un post, scritto da Domenico Pinto, nel quale si invita la BUR a ristampare proprio Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo. A me basterebbe anche l’ebook, anche perché non credo che “I fatti della fera”, prima stesura del libro di D’Arrigo, uscito proprio con BUR, abbia venduto un milione di copie. Anche qui siamo sulla boutade, della serie, se avete pubblicato “L’arcobaleno della gravità” di Pynchon, che in effetti tra i titoli in economica è uno di quelli che si vendono (nda, aggiunta mia), perché non pubblicare D’Arrigo? E io mi chiedo, allora, perché non pubblicare in economica “Contro il giorno”, sempre di Pynchon? Il dibattito critico-letterario dell’estate che finisce e dell’autunno che si inoltra rischia di infiacchirsi. Sarebbe bello costruire una lista di ‘classici contemporanei da salvare’, magari da ripubblicare in ebook, una lista spontanea – ovvio – senza comitati, aliena alle classifiche, un po’ anarchica e già che ci siamo, concreta.

Comunque in rete è reperibile un oramai ‘classico’ dei download, ovvero sia il “Sommario analitico di Horcynus Orca”, scritto da Marco Trainito, a questo indirizzo

http://www.scribd.com/doc/24965006/Sommario-analitico-di-Horcynus-Orca

Per chi invece volesse spingersi ancora più oltre, elevando all’ennesima potenza il trip del feticcio letterario, c’è – se ne trovano alcune copie su ebay – “Horca Myseria” di Renzo Cortina (Editrice Cavour – Milano), uscito nel 1975, sottotitolo: ORIGINI, SPLENDORE E DECADENZA DEL SOGNO DI UN LIBRAIO DI PIAZZA CAVOUR. (Vedi foto)
Il fatto che questo libro, vera e propria “cover della cover” sia uscito nel 1975, è una testimonianza dell’aria che si respirava attorno all’uscita del romanzo di D’Arrigo, ovvero sia quella del capolavoro annunciato, le vendite del quale arrivarono a circa 125.000 copie.

“Iddiozie e diavolerie” un ebook per l’Emilia (da comprare!)


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Come vi avevo anticipato tempo addietro, due miei cari amici, Dio (anche detto Massimo Fattore) e il Diavolo, hanno riunito le loro forze per la seconda volta dalla creazione del mondo a oggi. Questa volta si tratta di una buona causa – non che il mondo in sé non lo sia – nella fattispecie i due hanno raccolto in un ebook intitolato "Iddiozie & Diavolerie", edito da Terra Ferma Edizioni, tutti i loro tweet migliori. Il ricavato del ebook andrà interamente alla scuola elementare Carlo Alberto Dalla Chiesa di Massa Finalese (Modena), una scuola che oltre a subire i danni del terremoto ha anche subito l’onta di un saccheggio.

Ovviamente sia Dio che il Diavolo sono consapevoli che basterebbe un solo cenno da parte loro per rimettere in sesto la scuola, magari addirittura punendo i saccheggiatori, tuttavia per colpa di una storica faccenda legata al libero arbitrio, entrambi hanno deciso che dovrete essere VOI ad acquistare l’ebook, seguendo le istruzioni del link qui di seguito, e, se raggiungerete quota 3000 ebook acquistati, il libro verrà pubblicato in versione cartacea e aumenteranno le possibilità di acquisto e di conseguenza di beneficenza.
Ricordate, data l’onnipotenza di uno dei due autori, che se acquistate l’ebook dovete anche leggerlo, altrimenti Lui se ne accorge.

Molti di voi, a questo punto, si chiederanno che cosa c’entra il Diavolo con la beneficenza, ebbene, la risposta è "Vanità", il twittero demoniaco infatti, in caso di raggiungimento dell’obiettivo, si vanterà con tutti i suoi affini e dannati, e – lo ha già promesso – butterà dieci tonnellate di carbone nelle fornaci degli inferi, con promessa di nuove, scintillanti, ulteriori, fiamme eterne.

Ecco il link da cliccare per avere più informazioni su questo libro divino o diabolico che dir si voglia:

http://ilmioamicodio.blogspot.it/2012/07/iddiozie-diavolerie-info-e-chiarimenti.html

"Ho avuto modo di sentire uno dei due autori, Dio, che a riguardo, come direbbe l’ex-premier Silvio Berlusconi ha affermato " – ci tengo a precisarci – che noi non ci guadagniamo un cent, però questa faccenda ci sta molto a cuore. Vogliamo fare della beneficenza diretta, senza intermediari, quando saranno raccolti i soldi li daremo direttamente alla scuola, e a nessun’altro".

Su questa pagina potete vedere quante copie sono state vendute, nel momento in cui scrivo sono 327, non vorrei incorrere nelle ire degli autori: http://lddio-dlavolo.terra-ferma.it/index.php

Giovedì 6 settembre, Andrea Raos a Roma, libreria Koob


Giovedì 6 settembre, Andrea Raos a Roma, libreria Koob: presentazione de "I cani del Chott-el-Jerid" & exultatio per i 3 anni di "Prosa in prosa"

A Roma, giovedì 6 settembre 2012, alle ore 18:00

presso la Libreria Koob
via Luigi Poletti 2 (davanti al Maxxi)

il sito gammm presenta

Andrea Raos, I cani del Chott-el-Jerid
(Arcipelago, collana ChapBook)

Saranno presenti e interverranno:
Andrea Raos, Marco Giovenale, Fabio Teti, Michele Zaffarano

e in differita:
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Andrea Inglese

nella stessa occasione si festeggeranno con un breve reading anche i 3 anni del libro

PROSA IN PROSA (Le Lettere, 2009)

https://www.facebook.com/events/377893358947056/

§

Andrea Raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (pieraldo, 2003) e luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori, salerno, oèdipus – collana liquid, 2007 e i cani dello chott el-jerid, milano, arcipelago, 2010.

In uscita lettere nere. un’autografia.
È presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000).
Ha curato l’antologia chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001). Con Andrea Inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004); e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005).

Sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005) e «exit» (2005); e in traduzione inglese sul sito poetryinternational.org.

Partecipa ai progetti àkusma e nazioneindiana.com

libreria koob
via luigi poletti 2 – 00196 roma
tel. 0645425109 – http://www.koob.it