
n. 4 // venerdì 24 febbraio 2017
La nostra newsletter n.4 racconta tre titoli, “Storia di Raidha e la chiesetta”, di Antonella Screti, “Mùtilo. Un monologo per il teatro”, di Marco Vetrugno, e “Carmelo Bene inorganico” (ebook), di Gianluca Conte. Si tratta di tre titoli che si distinguono per la loro profonda “non appartenenza” a un genere identificato, pur essendo, tutti e tre, legati alla sperimentazione e al tentativo di creare “nuove” letture, percorrendo nuovi territori. Il libro di Antonella Screti è una storia che trova le sue radici nel racconto delle dimensioni sovrannaturali e extranaturali che popolano il nostro mondo. “La storia di Raidha e la chiesetta” conduce il lettore a diretto contatto con l’esperienza e il ricordi di presenze che popolano la nostra esistenza, la nostra vita, alle quali spesso non “rispondiamo” perché il contatto con l’altro è spesso “interrotto” da fattori culturali, di abitudine e esperienza, che tendono a delimitare una conoscenza di ciò che può essere oltre la comune esperienza del vivibile. Antonella Screti, con il suo racconto, la sua attività di laboratorio e le presentazioni, insieme agli interventi che corredano il testo, cerca di aprire una ‘finestra’ sulla comprensione di questo plausibile che ci circonda. “Mùtilo. Un monologo per il teatro” di Marco Vetrugno, è il primo testo che il giovane e già affermato poeta, giunto al suo quinto libro, ha scritto pensando al teatro. Marco Vetrugno, che con Musicaos Editore ha già pubblicato la sua quarta raccolta di versi, dal titolo “Proiettili di-versi”, crea un’atmosfera essenziale, sincopata, radicale, nella quale il lettore è ostaggio, come il protagonista, di un dettato ‘verticale’; la prima presentazione del testo, con la partecipazione eccezionale del poeta Alfonso Guida, che terrà un reading dallo stesso, si terrà domenica 26 febbraio presso le Officine Culturali ERGOT, a Lecce. Mùtilo è accompagnato dai testi di Alfonso Guida e Lea Barletti. “Carmelo Bene inorganico”, di Gianluca Conte, disponibile in formato ebook, analizza alcuni aspetti del pensiero, del teatro e della ricerca di Carmelo Bene, in particolare del suo rapporto con il sud, con il corpo, con il depensamento che si fa corpo inorganico, e lo fa con un linguaggio accessibile, avvicinando il lettore alle conclusioni e alle ultime considerazioni di uno dei più grandi maestri del teatro del secolo scorso.
La rubrica Scelti per voi, che come di consueto ospita i suggerimenti di lettura dei nostri autori, in questa newsletter da spazio ai suggerimenti di lettura di Antonella Screti e Marco Vetrugno. Nella sezione video pubblichiamo alcuni dei video presenti sul nostro canale su Youtube, in particolare 4 estratti del reading “La tua sopravvivenza” di Stefano Zuccalà, tratto dall’omonimo libro edito da Musicaos Editore. (immagine in evidenza, Buster Keaton)
La “Storia di Raidha e la chiesetta”, da molti anni affascina e catalizza una moltitudine di persone, lettori, esperienze; da molto prima che il libro di Antonella Screti venisse pubblicato, nel 2015, da Musicaos Editore . Ognuno ha connessioni con l’invisibile, le persone hanno il bisogno di raggiungere una dimensione da cui hanno attinto esperienze, o semplicemente, i lettori vogliono condividere un ‘territorio comune’, in cui non si rischi di essere stigmatizzati, parlando di dimensioni ‘altre’, senza che questo discorso sia confuso, così come quando nell’antichità, chi attingeva a forme di conoscenza differenti, veniva etichettato come folle.
La “Storia di Raidha e la chiesetta” ci ricorda che il mondo in cui viviamo non è fatto solo di materia e che esistono diversi mondi invisibili ai nostri occhi e agli altri nostri sensi, oggettivamente limitati. Sono mondi pregni di presenze, inclusa la nostra, in cui gli accadimenti e le tracce di ciò che resta hanno regole proprie, che è saggio conoscere per ricordarne l’esistenza e le relative manifestazioni.
Questo racconto invita il lettore a riscoprire lʼunità tra corpo e spirito, in quella zona di equilibrio in cui si manifestano le forze della natura. Danza, gesto, musica, pittura, sono linguaggi che ci aiutano ad avvicinare l’inavvicinabile, tentare di esprimere l’ineffabile e, nello stesso tempo, intraprendere un cammino di conoscenza. È così che in un percorso dallʼombra alla luce, riaffiora una vicenda del passato, la voce dellʼautrice diviene ʻMagaʼ, ʻMesciaʼ, e ci consegna un quadro di speranza, ambientato in un Salento che diventa luogo privilegiato per la riscoperta del sé.
Antonella Screti Psicopedagogista, Counselor transpersonale di biotransenergetica. Dal 1993 opera nei settori della prevenzione sociale, della comunicazione, del benessere e cura della persona e delle comunità. Si è formata in psicologia della scrittura; sociologia qualitativa; danza-musico terapia salentina. È terapista Reiki sistema USUI.
Predilige l’utilizzo di tecniche per l’integrazione psicocorporea coniugando l’esperienza professionale di tipo socio-psico-pedagogico con l’attenzione delicata e profonda verso gli ancestrali e originari mondi naturale e spirituale.
Mùtilo, in questo monologo per il teatro scritto in versi da Marco Vetrugno, è il personaggio che costruisce la sua presenza sulla schisi, l’assenza, la mutilazione, la mancanza. “Accade su un palcoscenico di teatro. Non è il suo un teatro di fronte a nessuno. Si munisce di didascalie o ambientazioni per via di una strutturazione testuale già ben impostata nella sua dinamica vicenda interiore”, come afferma il poeta Alfonso Guida nell’intervento che correda il volume, aggiungendo che Mùtilo è una sparizione che parla. Un personaggio che si interroga sulla natura della propria esistenza, fino al culmine. “Mùtilo è uno che ha perduto definitivamente la poesia? Tutte le forme di poesia? Il disincanto è negativo. Mùtilo si nutre di sacralità, idolatrie, immagini incastrate, incastonate, immerse. Mùtilo obbedisce al solo scavo interiore, riportato in superficie sottoforma di sangue, vomito, crudezze. Linguaggio violento e congiunto. Come cardini congiungono porte invisibili. Come punti cardinali orientano i solissimi frequentatori dei ‘nonluoghi’. […] La carne ha subito tagli. La sua poesia non è morta.”
Mùtilo interroga se stesso e la poesia, la scrittura nel suo insieme. Il monologo di Marco Vetrugno arriva dopo le raccolte “Poetico delirio” (2012), “Organismi cedevoli” (2014), “I versi del panopticon” (2014), “Le mie ultime difese” (2015) e “Proiettili di-versi” (2016), delle quali hanno scritto Giorgio Bàrberi Squarotti (“…il suo discorso robusto e violento, drammatico ed eversivo”), Mauro Marino (“una tensione del corpo interamente destinale”), Fabio Simonelli (“trasformare il dolore in bellezza”, su Poesia); Enzo Mansueto, sul Corriere del Mezzogiorno, a proposito dei versi de “Le mie ultime difese” ha scritto: “Le strofe […] registrano, come la traccia di un sismografo, gli spasmi di un Io presente, troppo presente, al centro della scena, con le sue sofferenze”.
È giunta l’ora di fare ingresso nel centro di quella scena.
Sempre Alfonso Guida: “Non è la malattia. Scrivere, per Mùtilo, è la necessità. Scrivere è un atto di fuga. Scrivere non basta. Non può redimere. Scrivere è di chi sa che porrà fine. La scrittura si chiude con un punto. È una sensazione di non-vittoria. Ma non-vittoria su cosa? Sulle “voci”? Sulla società che reclude ed è induzione al suicidio, se è vero che l’uomo vive tra i suoi simili e i rapporti di umanità lì si innescano. Mùtilo è dei nostri giorni e di ogni giorno. Mùtilo mette in guardia. La scrittura è celebrata come la veglia antifonaria del Qoelet: Vanitas Vanitatum.”
“…Assumi questo dolore su di te,/ e mostralo al mondo/ sconcio/ e nudo così com’è”: chiude il volume una lettera poetica dell’attrice Lea Barletti (www.barlettiwaas.eu), dal titolo, “Nasceranno altre spine”, rivolta all’attore che metterà in scena Mùtilo.
In copertina: Prediger (1913), di Egon Schiele // Con: – “Da dietro le quinte”, di Alfonso Guida // – “Nasceranno altre spine” (Lettera in versi all’attore che interpreterà Mùtilo), di Lea Barletti // // Mùtilo, Marco Vetrugno, Musicaos Editore, Fablet 7, pp. 72, €8, isbn 9788899315740
..La tensione all’inorganico è da considerarsi, dunque, come momento cruciale della filosofia, dell’arte teatrale e della de-strutturazione del linguaggio e della scrittura in Carmelo Bene, così come del suo abbandono della scena e della nascita della macchina attoriale. Introduzione / I. Dalla morte del tragico al comico / II. Bene inorganico / III. La sospensione del tempo e dello spazio / IV. Il deserto / V. Il nulla / VI. Phoné: la parola della macchina / Conclusioni / Bibliografia. Il saggio di Gianluca Conte affronta per la prima volta, in modo sistematico e organizzato, il concetto di inorganico ‘annunciato’ da Carmelo Bene, proponendone una lettura, così come proviene dall’interpretazione delle affermazioni, della scrittura, della regia e della “macchina attoriale” realizzati da Carmelo Bene. Si tratta di un saggio filosofico nel quale le fonti sono confrontate con il pensiero dei filosofi e pensatori, inclusi Nietzsche, Freud, Gilles Deleuze e Felix Guattari.
“Carmelo Bene inorganico”, Gianluca Conte, ebook, pp. 162, €5,99
Antonella Screti,
autrice di “Storia di Raidha e la chiesetta”,
ha scelto per i nostri lettori:
James Redfield – Undicesima illuminazione – Corbaccio
Quando James Redfield ha scritto “La profezia di Celestino” e “La Decima Illuminazione”, ha cristallizzato una nuova visione spirituale per milioni di persone nel mondo. Nei suoi due romanzi l’autore ci ha descritto il processo di rinascita globale già in corso e ha evidenziato le eccitanti esperienze spirituali che tutti possiamo riconoscere. Nell’Undicesima Illuminazione il protagonista della Profezia si trova a vivere una nuova avventura. Scosso dalle parole della giovane figlia di un vicino e dall’incontro con un vecchio amico, parte per il Nepal per poi raggiungere il Tibet. In mezzo alle montagne, accecato dalle tempeste di neve e inseguito dai militari cinesi decisi a fermarlo, cercherà attravèrso la comprensione delle quattro Estensioni che costituiscono l’essenza dell’Undicesima Illuminazione, la misteriosa valle dove vive una comunità che custodisce il segreto del cambiamento interiore necessario per l’accesso al regno di Shambhala. Una volta entrato scoprirà, in un ambiente di rara bellezza, il grande potere e la grande energia della preghiera che, usati correttamente, ci permetteranno di sviluppare la sincronicità e di influenzare il nostro futuro. Come gli altri romanzi di Redfield, anche L’Undicesima Illuminazione è una parabola. Se ci apriamo all’avventura la nostra percezione della realtà cambierà e saremo in grado di modificare la nostra vita e cambiare il mondo.
SIMONA CLEOPAZZO – TRE NOCI MOSCATE NELLA DOTE DELLA SPOSA Silvia, studentessa fuori sede in quel di Bologna, condivide con altri la casa degli amori impossibili e sbarca il lunario spendendosi in mille lavori che, se da un lato la mettono a contatto con la sofferenza altrui, dall’altro le consentono di misurarsi con la propria vena creativa: nella trattoria in cui affianca la cuoca Cecilia tutti vorrebbero conoscere il segreto del suo ottimo ragù, ma lei va a istinto perché la nonna-mà non ha mai voluto rivelarle il quid che rendeva il suo così speciale. Il dolore e il cuore, dunque. È la fine del matrimonio con Marco che la spinge a tornare in Salento, col vuoto nell’anima ma tanto coraggio, per ritrovarsi: con lei, il gatto Michelone e un’importante rete di amicizie femminili. Mentre la memoria si affolla dei personaggi che le hanno dato e tolto, si profila l’universo umano di Silvia nel raccoglimento delle stradine leccesi in cui lei muove i primi passi, negli incontri che bussano alla sua anima cucita coi fili di seta.
Carl Gustav Jung lavorò al Libro rosso dal 1913 al 1930 e ancora in tardissima età lo definì l’opera sua capitale. L’opera in cui aveva deposto il nucleo vitale e di pensiero della sua futura attività scientifica. Eppure non volle mai autorizzarne la pubblicazione, e dopo di lui anche gli eredi si attennero alla consegna. Così solo oggi, a ottant’anni dalla sua conclusione e a mezzo secolo dalla morte del suo autore, questo testo straordinario esce dal caveau della banca svizzera in cui era conservato. c, scrigno privato di un’anima che lì si cela nella sua nudità, e che un comprensibile pudore ha inteso proteggere da sguardi curiosi, e si situa al centro di una straordinaria sperimentazione artistica e psicologica che ne fa un unicum nel panorama novecentesco. Quella che Jung chiamerà più tardi “immaginazione attiva” e che fu ampiamente utilizzata in questo volume, è appunto lo strumento inedito di cui egli si servì, nel corso della sua discesa agli inferi, per suscitare i contenuti archetipici della psiche e oggettivarli attraverso il dialogo interiore, la scrittura, la pittura, la scultura. Prefazione di Ulrich Hoerni.
Marco Vetrugno, autore di “Mùtilo. Un monologo per il teatro” e “Proiettili di-versi”,
ha scelto per i nostri lettori:
Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l’ultima, siamo presi in un «perturbamento» che avvolge tutto come uno scirocco metafisico. Una vibrazione di malattia e di tristezza emana dalla psiche e dalla natura. La campagna, qui, è il luogo prediletto della brutalità: dal caldo opprimente dei fienili, dove i bambini hanno paura di morire soffocati, al gelo segregato di un castello, a picco su una gola ostile alla luce: ovunque si percepisce un invito alla distruzione, un incoraggiamento all’ansia suicida. Le porte si aprono ogni volta su qualcosa di atroce: la moglie di un oste malmenata a morte, senza ragione, dagli avventori del locale; una vecchia maestra in agonia, con «il sorriso delle donne che si destano dal sonno sapendo di non avere più speranza»; una fila di uccelli esotici strangolati, perché i loro lamenti sono assordanti.
In uno stile asciutto, protocollare, Bernhard elenca i relitti del dolore, finché la scansione inflessibile, martellante dei fatti lascia il posto all’immane delirio dell’ultimo infermo: il principe Saurau, raggelato da un eccesso di lucidità, scosso da un continuo frastuono nella testa, abbandonato ormai a una «micidiale tendenza al soliloquio». Nelle sue parole incessanti confluiscono e si dilatano i frammenti dell’orrore che già abbiamo traversato. Ma qui essi vengono scalzati dalla loro fissità e presi in un vortice, il moto perpetuo del «perturbamento». Perturbamento è stato pubblicato per la prima volta in Germania nel 1967.
Il volume raccoglie le composizioni, spesso inedite e introvabili, del giovane poeta salernitano morto suicida a soli 36 anni. L’antologia si divide in tre sezioni che sottolineano altrettanti temi fondamentali dell’ispirazione dell’artista e che costituiscono il movente della sua scrittura: la “pietas” verso gli animali, il sottile fascino della morte, l’immaginario e il sogno.
“Canzoniere della morte”, Salvatore Toma, a cura di Maria Corti, Einaudi
“Finale di partita è il maggior lavoro teatrale di Beckett, il testo più importante della sua produzione drammatica e uno dei più significativi di tutta la sua opera. Non è un caso che Adorno abbia fatto il punto su Beckett proprio a partire dall’analisi di questa pièce. Il suo “Tentativo di capire il Finale di partita” rappresenta tuttora l’interpretazione più lucida e convincente di un testo che risponde pienamente alla concezione adorniana per cui l’opera d’arte non può far altro dichiarare la negatività del presente e avere una sua positività proprio nella dichiarazione del negativo”. Dalla Nota introduttiva di Paolo Bertinetti
“Finale di partita”, Samuel Beckett, Einaudi
Copie per recensione dei libri di Musicaos Editore possono essere richieste scrivendo all’indirizzo info@musicaos.it.
24 Febbraio 2017 – TORINO – Associazione Culturale “LIBRERIA IL CAMMELLO” (Via Stupinigi 4, Nichelino, Torino)
Il Circolo degli Autori presenta “E nessuno viene a prendermi”, di Simone Cutri, recitazione Cecilia Ventigeno
26 Febbraio 2017 – LECCE – Officine Culturali ERGOT (Piazzetta Falconieri 1/b) – Ore 19.00
“Mùtilo. Un monologo per il teatro”, di Marco Vetrugno
Reading con ALFONSO GUIDA
2 Marzo 2017 – BRINDISI – Binario 23 (Via Congregazione, 11) – Ore 20.30
“Un romanzo inutile”, di Manlio Ranieri
3 marzo 2017 – SALVE/MORCIANO DI LEUCA (LE) – Sante Le Muse (strada comunale salve/morciano, 3)
Aperitivo letterario misticanze “trame di parole, radici e gusto” – ore 19.00 – “Irene e Frida” di Simona Cleopazzo
Musicaos Editore – Leggere migliora
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