"Il passaggio". Maria Zimotti


Maria Zimotti
Il passaggio

Le metamorfosi dei figli vanno da sé.

Non le guardo, facendo solo il cambio degli armadi
estenuante lotta dei vestiti che non riescono a stare dietro

alle loro cellule che si moltiplicano

Non le foto mi hanno dato il senso
che mio figlio è ormai un uomo

che per sempre se ne è andato quel bambino
come le sue tutine date via

Solo quel suono

qualche giorno fa quando sentivo
in una casa impregnata dall’odore

tipico del pannolino misto a pastafissan
a latte in polvere. Quel suono

del bambino che piangeva.

Il richiamo senza parole, musica
che contiene, lo so, il principio di tutte le parole

il principio di tutto l’amore.

Nostalgia di un amore più facile
perchè lui era parte di me

e lo vorrei rifare per la serenità
che dà il pianto di un bambino

con l’odore tipico di pastafissan latte e pannolino

Ora lui ha amori suoi
nascosti nell’oblio dell’i-pod

Non posso che dargli qualche carezza di notte
quando più assomiglia a quel bambino

e solo perchè incosciente si arrende al mio tocco

o forse perchè nei suoi sogni ancora io ci sono
in quella memoria ancestrale del suo primo vagito

il suo abbandono mi fa meno male così
ma sono film che si fanno le mamme

sempre alla ricerca di bravi bambini